«Ora entriamo nella stagione delle febbri estive». E il rischio è che i casi aumentino in misura esponenziale. Con le temperature che si innalzano improvvisamente dopo le grandi piogge delle scorse settimane e prosciugano le zone umide si teme l’improvvisa invasione di sciami di zanzare e, quindi, la ricomparsa, ancora più accentuata, di virus pericolosi che minacciano la salute. Il calore accelera e allunga la vita di insetti e artropodi portatori di infezioni che adesso trovano da noi il loro habitat ideale per più mesi l’anno, e si moltiplicano le malattie causate da zanzare, zecche e pappataci. Ma c’è pure una globalizzazione delle malattie infettive. In un mondo interconnesso in cui si muovono persone, animali, vettori infettivi, si diffondono patologie che prima erano sconosciute.
La direttiva della Regione Veneto
La Regione ha già spedito ai Comuni vicentini una direttiva con cui chiede di iniziare le campagne di disinfestazione in base ai programmi indicati. E il primario infettivologo del San Bortolo Vinicio Manfrin dice che occorre tenere alta l’attenzione perché si potrebbe avere un’esplosione di virus tropicali sulla scia di ciò che è avvenuto da dicembre in poi in America Latina: «In questi mesi in cui da loro era estate i casi di Dengue sono aumentati dal 140%». La ragione è precisa: «Sale la temperatura. Cresce il numero delle zanzare che sono i vettori, e si moltiplica in parallelo la probabilità di trasmissione della malattia».
Allerta Dengue
Insomma, dopo il dramma del Covid, Brasile e Argentina hanno visto la peggiore emergenza della storia di Dengue, la malattia virale diffusa dalle zanzare infette del genere Aedes. Il Brasile ha avuto oltre 1,4 milioni di contagi e più di mille morti. In Argentina sono stati registrati oltre 40 mila casi e 39 morti dall'inizio dell'anno. Fra l’altro, il sierotipo Cosmopolitan, tipico del sud-est asiatico, è penetrato negli Stati Uniti con una forma ancora più aggressiva e mortale. E adesso si teme appunto per l’Europa e l’Italia perché le condizioni meteorologiche estreme con frequenti rovesci e clima umido sono terreno fertile per le zanzare Aedes che, come detto, trasmettono il virus.
«Ebola e Marburg – spiega Giorgio Palù, professore emerito di microbiologia e presidente dell’Aifa – non si trasmettono con vettori. Il virus Zika l’abbiamo già avuto. La West Nile continuiamo ad averla. Io mi preoccuperei soprattutto della Dengue che è già arrivata alle Azzorre, in Camargue, in Dalmazia, e del virus Crimea-Congo che è sempre endemico dei Balcani ed è trasmesso da una zecca».
Anche l'Italia a rischio
Il pericolo è, dunque, reale. Nell’Italia tropicale caldo e globalizzazione portano vecchie e nuove malattie dai nomi curiosi ed esotici che una volta circolavano in altri continenti o venivano importate sia pure raramente da viaggiatori in arrivo dall’Africa o dall’Asia, ma che ora, con il surriscaldamento e l’effetto-serra, sono diventate endemiche in varie regioni della penisola, in particolare nella pianura padana. In Italia, attualmente, è soggetta a sorveglianza speciale una serie di arbovirosi che si chiamano Chikungunya, Dengue, Zika, West Nile, Usutu, Encefalite da zecca, cioè la temibile Tbe, e ci sono poi anche le infezioni neuro-invasive innescate dal virus Toscana.
Virus Dengue, trasmissione e sintomi
A destare maggior allarme la Dengue, trasmessa all’uomo dal morso di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non c’è contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite di un virus che circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, in un periodo di tempo in cui la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.
La malattia provoca febbre nell’arco di 5-6 giorni con punte anche molto elevate assieme a forte mal di testa, dolori muscolari e alle articolazioni, nausea, vomito, irritazioni della pelle e, in qualche caso, emorragie in diverse parti del corpo che possono sfociare in veri e propri collassi anche fatali.
Da qui l’importanza della lotta sistematica e continuativa alla zanzara che funge da vettore, eliminando tutti i ristagni d’acqua in prossimità delle zone abitate ed effettuando efficaci campagne di disinfestazione per ridurre la popolazione di Aedes, con interventi che vanno fatti entro 24 ore dalla segnalazione in un raggio di 200 metri dall’abitazione della persona infetta.