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Vicenza

Demolita la villetta abusiva di Ospedaletto. Si chiude una lite lunga 12 anni

L’immobile di proprietà della famiglia Naclerio era stato ritenuto abusivo: il Comune ha proceduto all’abbattimento
Oggi (a sinistra) e com'era (a destra): della villetta costruita in strada Ospedaletto 148 P è rimasta solo la rete di recinzione
Oggi (a sinistra) e com'era (a destra): della villetta costruita in strada Ospedaletto 148 P è rimasta solo la rete di recinzione
Oggi (a sinistra) e com'era (a destra): della villetta costruita in strada Ospedaletto 148 P è rimasta solo la rete di recinzione
Oggi (a sinistra) e com'era (a destra): della villetta costruita in strada Ospedaletto 148 P è rimasta solo la rete di recinzione

Rasa al suolo. Della villetta della discordia in strada dell’Ospedaletto 148 P, a Bertesina, non restano ora che i pilastri all’ingresso, le reti metalliche e arancioni da cantiere al posto del cancello, la recinzione perimetrale, dei lastrone di marmo accatastati, qualche sacco con materiale di scarto, ghiaia e cumuli di terra. Si è conclusa dunque con l’abbattimento l’annosa vicenda della villetta costruita nel 2013 da Nicola Naclerio e Tiziana Brogliato (genitori del consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Nicolò Naclerio), e poi divenuta di proprietà comunale nel 2018

La demolizione

I lavori di demolizione, sollecitati anche recentemente dai privati che avevano avviato la diatriba legale per l’illegittimità della costruzione, sono iniziati il 19 marzo 2024. L’intervento è in capo ad Amcps per una spesa di 27.495 euro. I colpi di benna inferti alla struttura mettono dunque un punto a una storia costellata di corsi, ricorsi, richieste danni e tentativi di trovare una soluzione alternativa all’abbattimento. Con il passaggio del bene e del terreno al Comune, a palazzo Trissino si era infatti anche ragionato a più riprese sull’opportunità di non abbattere la casa, dal momento che era già stata completata, per destinarla a finalità sociali e di co-housing, strada però risultata non perseguibile. 

La storia della villetta abusiva

La storia è tanto nota quanto intricata e parla di una villetta costruita in un’area dove però vige un vincolo di “inedificabilità assoluta”, nelle pertinenze della dimora storica Ca’ Latina. Costruzione avvenuta in realtà con i permessi in mano, prima che venissero annullati con sentenza del Consiglio di Stato. Un punto fermo alla vicenda l’aveva messo nel luglio 2017 lo stesso Consiglio di Stato: l’immobile di 600 metri cubi che i coniugi Naclerio avevano costruito era in violazione delle norme urbanistiche, proprio in forza del vincolo esistente nelle pertinenze dell’edificio storico “Ca’ Latina”.

Dopo un lungo braccio di ferro legale, la villetta è stata acquisita al patrimonio dal Comune poiché l’ufficio tecnico - dopo l’ordine del Tar attivato dai coniugi Beniamino e Marika Raschietti - nel febbraio 2016 in autotutela aveva annullato la Dichiarazione di inizio attività-Dia rilasciata il 27 ottobre 2012. Nel frattempo, Nicola Naclerio si era rivolto al Tar contro il Comune, sostenendo di aver costruito in forza di un permesso rilasciato, e di essersi trovato senza villetta a fronte di un ingente investimento economico. Tutti i ricorsi sono stati però respinti, confermando il fatto che quella villetta, in quell’area, non poteva starci. 

Adesso la “sentenza” definitiva, con l’abbattimento della dimora e l’avvio dell’intervento che dovrà portare al ripristino dei luoghi. 

Alessia Zorzan

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