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Il collegamento

Dallo spazio il ciao di AstroSamantha agli studenti vicentini: «Bello fluttuare senza peso»

di Gianmaria Pitton
Il collegamento di AstroSamantha con gli studenti del Rossi

«India Tre India Romeo Victor per India Romeo Zero Iss. Come mi sentite?». La voce di Samantha Cristoforetti arriva da 400 chilometri di altezza, dalla Stazione spaziale internazionale dove l’astronauta si trova da poco meno di due mesi. Il collegamento radio con l’istituto Rossi è reso possibile grazie all’associazione internazionale Ariss, che riunisce radioamatori di tutto il mondo, e che ha tra i propri obiettivi proprio quello di facilitare i contatti tra le scuole e AstroSamantha. Sono stati gli studenti del corso di telecomunicazioni del Rossi ad aver costruito l’antenna che svetta sopra l’aula magna, ed aver predisposto il sistema di radiocomunicazione guidati dall’azienda Talos Innovazioni, fondata proprio da ex allievi del Rossi.
Ieri a mezzogiorno la chiamata, partita da India Tre India Romeo Victor, cioè la sigla I3IRV che identifica l’istituto Rossi, verso l’Iss, la Stazione spaziale che in quel momento stava transitando sopra il nord Italia. Il tempo è poco, dieci minuti appena la finestra utile alla comunicazione, e allora via alla raffica di domande - tra curiosità personali e quesiti sulla vita nello spazio - preparate dagli studenti del Rossi, e delle medie Barolini e Don Bosco di Monticello Conte Otto. Samantha, guardando dall’alto la vastità e la bellezza dello spazio, ti commuovi da essere umano o ti entusiasmi da scienziato? «C’è spazio per entrambe le cose nella nostra vita, in generale. Ci sono l’emozione e la commozione, ma anche gli approcci più razionali da scienziati».
L’addestramento in astronautica è utile nella vita quotidiana? «Tutte le cose che impariamo nella nostra vita professionale ci formano, fanno parte del nostro carattere, del nostro approccio alla vita di tutti i giorni». Saresti disposta ad andare su Marte? «Sì - è la risposta senza esitazioni - ma un traguardo del genere non sarà per la mia generazione di astronauti. Non è impossibile stabilite delle basi su Marte per insediarvi delle colonie, ma è un obiettivo distante nel futuro». Era il tuo sogno da bambina diventare un’astronauta? «Sì, l’avevo deciso già in quinta elementare, anche se non sapevo bene cosa volesse dire». Sulla Iss il giorno e la notte si alternano come sulla Terra? «L’alternanza tra giorno e notte dura 90 minuti, entriamo e usciamo dal cono d’ombra rappresentato dalla Terra». Quali effetti fisici e mentali si riscontrano una volta tornati sulla Terra? «Bisogna adattarsi nuovamente al peso, e questo influisce su vari sistemi del nostro corpo, quello cardiocircolatorio, scheletrico, immunitario, vestibolare. Un po’ tutto è fuori equilibrio, piano piano deve tornare alla normalità. Serve qualche settimana di adattamento». 
Cosa pensi dei viaggi commerciali nello spazio? «Parlando di viaggi di privati, di turismo, siamo ancora in una fase di transizione, è abbastanza complicato. Mi auguro che in futuro ci siano delle stazioni spaziali dedicate, con l’opportunità di fare più lanci. Sarà questione di innovazione e affidabilità».
«Lasciar perdere? No, non ci ho mai pensato - dice ancora Samantha Cristoforetti rispondendo alle domande - Sono molto contenta del mio lavoro, per adesso mi piace fare l’astronauta. Ci sono state difficoltà, ma mi piace avere sfide da affrontare. La vera difficoltà ce l’ho se mi annoio». Quanto alle emozioni, «sicuramente la prima volta che ho visto la Terra dallo spazio. E poi ora, tornando nella Iss, è stato bello ritrovare la gioia di poter fluttuare in assenza di peso».
L’applauso finale, quando Cristoforetti ringrazia e formula gli auguri per tutti, scioglie l’emozione di un momento particolare. Così l’ha vissuto anche il dirigente del Rossi, Alberto Frizzo: «Grazie a tutti coloro che hanno lavorato per il collegamento, reso possibile dal contributo del Comitato genitori e dalla collaborazione con il radioclub Colli Berici. Vedo tante ragazze tra il pubblico, spero che tra loro ci sia la prossima Samantha».

 

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