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Vicenza

Coppia salvata dalle fiamme: raccolta fondi online

«Aiutiamo Mauro e Paola a ricostruire la loro casa». È il titolo della raccolta fondi lanciata sulla piattaforma online "gofundme" dai figli della coppia che nella notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana hanno visto andare in fiamme il loro appartamento, al civico 55 di via Lussemburgo a Vicenza, in una manciata di minuti. Fuoco e fumo hanno distrutto praticamente tutto.

«Una volta domate le fiamme l'appartamento si è rivelato in tutta la sua desolazione: il fuoco ha distrutto tutto. Quadri, divani, televisione, tappeti, mobili, le fotografie di venticinque anni di ballo insieme. Una vita intera bruciata in 10 minuti. Il resto della casa ora è coperto da uno spesso strato nero di fuliggine, polvere e macerie» scrivono i figli rimandando anche all'articolo con cui il nostro giornale aveva dato la notizia del drammatico rogo da cui i coniugi Sartori si sono salvati dopo essersi riparati sul terrazzino di casa. L'obiettivo della raccolta fondi a favore della coppia conosciuta per aver creato l'associazione sportiva DanzaInsieme è di raggiungere i 20 mila euro. Ad oggi, giovedì 1 aprile, le donazioni hanno superato gli 8mila euro, frutto di 137 donatori in una pagina condivisa da 436 persone.

Intanto, di pari passo con l'iniziativa messa in campo dai figli di Paola e Mauro, sta proseguendo anche l'indagine da parte dei vigili del fuoco per arrivare ad accertare quali siano state la cause che hanno scatenato le fiamme che hanno poi avvolto e distrutto l'appartamento di via Lussemburgo (uno dei condomini costruiti dietro la questura di viale Mazzini). I pompieri, che nella notte del rogo sono intervenuti con 11 operatori e quattro automezzi, stanno ancora stilando la relazione e compiendo le ultime verifiche tese a comprendere la natura dell'incendio. «Quando ci siamo svegliati le fiamme avevano già avvolto il salotto - aveva raccontato sotto choc Mauro Sartori -. Siamo vivi per miracolo. Ci siamo rifugiati sul balcone, l'unico spazio che ci rimaneva. Poi ho cominciato a chiamare aiuto con tutta la voce che avevo»

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