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La curiosità

Congedo di paternità. Vicenza è seconda in Italia

Si tratta di un diritto per tutti i padri che hanno in contratto dipendente. Nella provincia berica si raggiunge l’83%

Qualcosa sta cambiando. Certo, c’è molta strada da percorrere: ancora troppe mamme sono costrette a scegliere tra famiglia e lavoro o ad avere un impiego part-time per riuscire a conciliare i molteplici impegni. I segnali che qualcosa si sta “muovendo” però ci sono: secondo il rapporto di Save the children, che è stato diffuso in occasione della Festa del papà, il tasso di utilizzo del congedo di paternità è triplicato dal 2013 al 2022. 

Vicenza prima città del Veneto e seconda d'Italia

Non solo. Vicenza brilla in classifica: è prima in Veneto e medaglia d’argento a livello nazionale con una percentuale dell’83%, seconda solo a Pordenone che arriva invece all’85%. In generale, comunque, tutte le province venete risultano con le percentuali più alte in Italia. 
Nel 2013, a livello nazionale, poco meno di un padre su cinque ha usufruito del congedo (pari al 19,25%), cioè 51.745 padri, mentre nel 2022 sono stati più di tre su cinque (pari al 64,02%), cioè 172.797 padri, con poche differenze a seconda che si tratti di genitori del primo (65,88%), secondo o successivo figlio (62,08%). Alla sua introduzione, nel 2012, il congedo di paternità prevedeva un solo giorno obbligatorio e due facoltativi, mentre oggi garantisce 10 giorni obbligatori e uno facoltativo ai neo papà ed è fruibile tra i due mesi precedenti e i cinque successivi al parto.

Congedo solo se si ha l'indeterminato

Non si tratta dunque di un privilegio, ma di un diritto per tutti i lavoratori con un contratto dipendente. Dal rapporto di Save the children emerge tuttavia che, a giocare un grosso peso, è il tipo di contratto di lavoro. Se, infatti, tra i lavoratori con un contratto a tempo indeterminato la percentuale sfiora il 70% (69,49%), tra quelli con contratto a tempo determinato scende al 35,95%, mentre tra gli stagionali arriva solo al 19,72%. Sempre osservando i numeri emergono differenze sostanziali tra Nord e Sud. Inoltre, è più probabile che il padre usufruisca del congedo di paternità se lavora in aziende medio-grandi.

Il papà ha più di 30 anni, vive al Nord ed ha un contratto stabile

Per quanto riguarda le fasce di reddito, l’utilizzo del congedo di paternità è più diffuso tra i padri con un reddito compreso fra i 15 mila e i 28 mila euro (73,3%) e fra quelli con reddito superiore a 28 mila euro e inferiore a 50 mila (85,68%). Ecco quindi il ritratto del papà che ne usufruisce: ha più di 30 anni, vive al Nord, lavora in imprese di media-grande dimensione con un contratto di lavoro stabile e un reddito medio-alto. 

Si registra un cambio culturale

«Il coinvolgimento dei padri nella cura dei figli sta cambiando, anche se lentamente, a favore di una maggiore condivisione delle responsabilità - ha considerato Giorgia D’Errico di Save the children -. È necessario sostenere questo cambiamento, andare nella direzione di un congedo di paternità per tutti i lavoratori, non solo i dipendenti, garantendo che i datori di lavoro adempiano all’obbligo di riconoscere tale diritto, e fino ad arrivare all’equiparazione con il congedo obbligatorio di maternità. Una misura, questa, anche a sostegno delle neomamme, in un periodo della vita che troppo spesso si rileva difficile e caratterizzato da sentimenti di inadeguatezza e solitudine».

Claudia Milani Vicenzi

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