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Covid

Caos scuola tra quarantene infinite e pochissime risposte: famiglie vicentine allo stremo

Mail, whatsapp, messenger, telefono. Ogni canale è buono per tentare di avere una risposta dalle scuole, magari direttamente dai dirigenti scolastici, loro malgrado nell’occhio del ciclone. Il tema è quello dei rientri in classe al termine delle quarantene e degli isolamenti. Il sistema è andato in tilt di pari passo con le difficoltà incontrate dai Sisp delle due Ulss, che erano i centri unici da cui dovevano passare tracciamenti e comunicazioni. E proprio la comunicazione tra Sisp, scuole e famiglie si è interrotta lasciando molti a navigare a vista. In più ci si è messa la Regione che ha cambiato le carte in tavola. Il fine era nobile ma ha spiazzato scuole e famiglie, oltre alle farmacie, che avrebbero avuto bisogno di più tempo e informazioni per adattarsi alle novità. 

Chat infuocate Graigg Faggionato è il referente vicentino del Coordinamento regionale dei presidenti dei consigli d’istituto: «Ogni giorno girano tra i 90 e i 100 messaggi per capire o fare confronti su come funzionano la quarantena e il rientro perché, in definitiva, ogni scuola interpreta la normativa a modo suo. Il problema adesso si deve alla normativa regionale del 17 gennaio che consente il ritorno a scuola dopo il tampone negativo fatto in farmacia». Le regole da conoscere sono tante: «Oltre alla differenziazione tra scuole elementari, medie e superiori, ora c’è stata l’introduzione del “t0” e del “t5” e le famiglie non reggono più». E il problema spesso è proprio di famiglia: «La questione tocca più da vicino bambini e ragazzi di elementari e medie, perché le famiglie devono stare a casa con loro. Per questo auspichiamo un cambiamento delle regole». La direzione, secondo Faggionato, è una sola: «Speriamo si formulino disposizioni a maglie larghe. Resti a casa solo chi è positivo senza indurre tutta la classe in quarantena. E le famiglie stanno chiedendo di eliminare il costo dei tamponi». La ricetta c’è: «Capisco la condizione dei dirigenti e dei delegati covid che si ritrovano a non fare più scuola ma a occuparsi dei tracciamenti. In questo momento storico tutti dovrebbero prendersi qualche minuto per leggere le normative e per cercare di creare un clima sinergico e costruttivo per risolvere i problemi e non per crearne. Lo scontento non dovrebbe rivolgersi contro le scuole, ma contro chi sta mettendo tutti in confusione».

No a chiusure Roberto Santacatterina presiede l’Age, l’associazione genitori di Schio: «È importate tenere aperta comunque la scuola - premette - Non si tratta solo di didattica e insegnamento. È la preparazione al mondo del lavoro ma è anche il luogo in cui si formano carattere e conoscenza. Chiuderla significa impedire un processo di crescita culturale, riscatto e affermazione di cui i ragazzi hanno estremo bisogno». Santacatterina puntualizza: «I tempi del Sisp fanno impazzire le famiglie, i dirigenti e i responsabili covid nelle scuole perché il tracciamento, il controllo e la fine quarantena sono completamente in tilt». Le testimonianze sono molte: «Ci sono classi che hanno dovuto allungare la quarantena a causa di tutte le norme che rendono difficile la comprensione da parte dei genitori. Senza contare tutti i problemi delle famiglie che devono gestire i ragazzi a casa. In una scuola primaria di Schio, dato che il Sisp non si faceva sentire, i genitori di una classe sono dovuti andare in farmacia per fare i tamponi a proprie spese e questo, secondo noi, è grave, è come se il servizio sanitario nazionale abdicasse dal proprio ruolo di assistenza universale. Le famiglie, magari tutte vaccinate e con figli che hanno iniziato il ciclo di immunizzazione, non possono essere costrette a pagare i tamponi». Ora le novità dovrebbero semplificare la situazione: «Con le nuove comunicazioni regionali, dovrebbe esserci una piattaforma online da dove si può prenotare il tampone gratuito di fine quarantena e isolamento e questo dovrebbe rendere snello e più semplice il procedimento». Il momento è delicato: «I genitori non sono informati e le scuole sono disperate perché i pomeriggi della settimana, i sabati e le domeniche sono dedicati al tracciamento, visto che le comunicazioni sono in capo al dirigente scolastico e al delegato covid». 

Karl Zilliken

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