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La prima campanella

Scuola a pieno regime: 110 mila studenti vicentini sui banchi, ma c'è il nodo green pass

 Suonerà strano, soprattutto per i ragazzi delle superiori. Tornare a scuola in presenza, rendersi conto che sui banchi, se pure distanziati, i compagni ci sono tutti. È un inizio d’anno carico di aspettative ma anche di timori quello che si apre domani per oltre 110 mila alunni vicentini, dai piccoli dell’infanzia fino agli studenti del secondo ciclo che la didattica da remoto l’hanno sperimentata a dosi massicce, i più fragili pagando il distanziamento forzato con debiti e bocciature. Che ci sia bisogno di un ritorno alla normalità, pena ritrovarsi con danni formativi e psicologici irreparabili, lo sanno bene dirigenti e insegnanti che incrociano le dita sperando che la scuola cominci con il piede giusto. 

«Purtroppo finché questa storia non finisce la paura rimane, ma abbiamo fatto il possibile e confidiamo di tenere in presenza i ragazzi che hanno un gran bisogno di ritrovarsi e socializzare» sottolinea Aldo Delpari, dirigente del tecnico commerciale Piovene, mille iscritti suddivisi in 42 classi, alcune talmente numerose che dovranno essere sdoppiate.

«Abbiamo un finanziamento cospicuo - dice - 130 mila euro per le classi pollaio e altri 50 mila per l’emergenza Covid, in tutto circa 190 mila euro che serviranno per gestire imprevisti, avere insegnanti aggiuntivi e spezzare classi troppo affollate». In tema di prevenzione le norme saranno quelle dello scorso anno tra mascherine, percorsi obbligati e ricreazioni senza rischio di assembramenti nella tensostruttura collocata nell’area adiacente a via Torino. Gli interrogativi invece sono tutti sul controllo del green pass attraverso la piattaforma che ieri non era ancora attiva. «Dobbiamo capire come funziona - aggiunge Delpari - spero meglio dell’app “Verifica C19” che costringe a monitorare i lavoratori uno per uno». 

Aspetta a pronunciarsi sulla nuova procedura anche Paola Pizzeghello, dirigente del comprensivo 1 e coordinatrice dei presidi delle scuole del primo ciclo. «L’accesso iniziale al sistema spetta al dirigente che poi può delegare. Sinceramente non è ancora chiara l’onerosità dell’operazione, abbiamo assistito ad una presentazione del Miur che ha evidenziato come la piattaforma costituisca uno sgravio rispetto all’app, ma come in tutte le cose bisogna provare prima di esprimersi» aggiunge la dirigente del comprensivo 1 dove tra il personale, 160 tra docenti e Ata, uno ha richiesto aspettativa perché non intenzionato a vaccinarsi e altri due hanno fatto sapere di proseguire con i tamponi ogni due giorni pur di non sottoporsi alla profilassi. «Gli insegnanti sono in servizio dal 1° settembre, sapevamo già chi era in regola con il green pass - continua Pizzeghello - l’incognita restano i genitori che però devono accompagnare i figli all’ingresso e non possono entrare a scuola salvo eccezioni. Anche le visite con gli insegnanti si svolgeranno online tranne esigenze particolari». 

Al Canova, istituto tecnico di viale Astichello dove si è verificata una sola assenza ingiustificata e diversi collaboratori non vaccinati hanno comunicato che si sottoporranno al tampone ogni 48 ore, la gestione dei green pass preoccupa perché grava su organici Ata già all’osso. «Da ieri siamo obbligati a controllare tutti gli esterni, dal genitore all’operaio che aggiusta il macchinario rotto - fa notare la dirigente Sonia Diso - la procedura che prevede la misurazione della temperatura, la verifica manuale con l’app C 19 e la compilazione del registro cartaceo per il tracciamento richiedono tempo e personale dedicato. I collaboratori hanno turni di sei ore e, considerato che l’istituto è aperto dalle 7 alle 24 per gli Its e i corsi serali, una sola persona all’ingresso non è sufficiente». 

«Tranne le proteste isolate le scuole, grazie all’impegno di tutti sono pronte a partire - interviene Massimo Gennaro, segretario provinciale della Cisl scuola - quanto agli organici, la nuova modalità di assegnazione delle cattedre ha registrato alcune difficoltà iniziali superate dalle modifiche apportate dopo le prime elaborazioni non proprio corrette. Rimane qualche problema nel diritto del docente di scuola dell’infanzia e primaria al completamento dell’orario per chi si è visto attribuire solo uno spezzone anziché i due richiesti». 

 

Anna Madron

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