Più di 1.900 euro per una camera. A notte. L’inchiesta pubblicata nei giorni scorsi dal Giornale di Vicenza, in riferimento agli aumenti vertiginosi dei prezzi per le stanze d’hotel durante la Fiera dell’oro ha trovato conferma. La guardia di finanza ha infatti compiuto uno specifico monitoraggio visitando una cinquantina fra alberghi, hotel, affittacamere, agriturismo e b&b della città e dell’hinterland, tutto strapieni durante la kermesse.
Crescita ingiustificata dei prezzi, in arrivo le sanzioni
E, vista la crescita esponenziale, e in parte ingiustificata, potrebbero a breve scattare sanzioni. Non solo come ipotesi di manovre speculative, ma anche sul fronte del pagamento della tassa di soggiorno. E potrebbe muoversi anche l’authority del settore, Mister prezzi. Uno degli obiettivi dei finanzieri era di fotografare la situazione, e di accertare in particolare lo scostamento dei prezzi con cui viene data una camera agli ospiti nei giorni della Fiera.
In mercato libero scostamenti dei prezzi sono consentiti
Se infatti nel regime di libero mercato sono consentiti scostamenti anche significativi fra la bassa e l’alta stagione in termini di prezzo, è altrettanto indubbio che oscillazioni così marcate non possano che far scattare gli accertamenti delle autorità. Se una stanza costa 150 euro, ad esempio, nei giorni di Ferragosto, la cifra non può salire a 1.900 per la Fiera. Eppure, è ciò che è avvenuto, e non è detto che la cifra fosse indicata, come sarebbe necessario, nel pannello esplicativo dietro la porta della camera. ù
Il sospetto della GdF è che in molti abbiano fatto i furbi
Il sospetto, quindi, è che alcuni titolari di strutture ricettive abbiano fatto i furbi, sfruttando l’enorme richiesta dovuta al grande successo della kermesse. Molti, infatti, gli operatori del settore che sono stati costretti a sistemarsi lontano dai padiglioni: fino alle province di Padova e Verona, finanche a Brescia. Sul fronte dei controlli, i finanzieri comandati dal colonnello Cosmo Virgilio hanno passato al setaccio anche ricevute, scontrini e fatture, e si sono concentrati sulla riscossione e sul versamento della tassa di soggiorno.
Alcune strutture hanno evaso la tassa di soggiorno
Come noto, in tutti i Comuni che la richiedono è l’albergatore a incassarla e poi a girarla all’amministrazione. Visto il giro di clienti dell’ultima settimana, si tratta di cifre significative. Non tutte le strutture - i controlli sono riferiti in particolare agli anni passati - avrebbero versato il dovuto: i titolari rischiano anche una denuncia penale. Ma le verifiche, sul punto, sono in corso.