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VICENZA

Una Vicenza dall’altra parte del mondo. Il nome resiste nell’ex stazione

di Alessia Zorzan
In Brasile gli emigrati vicentini fondarono “Nova Vicenza”, oggi “Farroupilha”. Non si cancellano le testimonianze
L’ex stazione ferroviaria della cittadina brasiliana conserva il vecchio nome di Nova Vicenza
L’ex stazione ferroviaria della cittadina brasiliana conserva il vecchio nome di Nova Vicenza
L’ex stazione ferroviaria della cittadina brasiliana conserva il vecchio nome di Nova Vicenza
L’ex stazione ferroviaria della cittadina brasiliana conserva il vecchio nome di Nova Vicenza

Prossima fermata “Nova Vicenza”. Con un po’ di immaginazione si può provare ad avvertire l’emozione e la nostalgia provate dagli emigrati vicentini nel ritrovare il nome della propria terra a 10 mila chilometri di distanza da casa. Emozione oggi conservata grazie alla “resistenza” della vecchia stazione ferroviaria del paese, che mantiene la scritta “Nova Vicenza”, mentre il comune nel tempo ha cambiato nome in Farroupilha.

Siamo in Brasile

Siamo in Brasile, nello stato federato Rio Grande do Sul, dove sul finire del 1800 cercarono fortuna migliaia di emigranti italiani, con una larga rappresentanza veneta e vicentina. Nacque così, tra le altre, anche la città Nova Vicenza, in omaggio di ciò che si era lasciato.

Ed è da qui che arriva un’immagine speciale, in cui si vede l’antica stazione ferroviaria che fieramente difende quel nome originario. Un edificio tutelato, perché parte della storia locale, che non può essere abbattuto o modificato. E così mentre intorno le cose mutano, quell’edificio, che oggi ospita negozi, resiste. 

La città fu fondata dai vicentini

«In arrivo da varie parti della provincia», spiega Ferruccio Zecchin, presidente dell’associazione Vicentini nel mondo, che conta un circolo anche nella cittadina brasiliana. Zecchin l’ha vistata più volte, portando come souvenir anche questa curiosità. «Un tempo c’era una ferrovia molto efficiente - racconta - e si vedono ancora i binari. Nel tempo poi dalla rotaia si è passati alla gomma e la linea ferroviaria è stata dismessa. L’edificio della stazione è rimasto però inalterato».

Gli anni della guerra

Il cambio di nome della città da Nova Vicenza a Farroupilha è figlio di anni difficili. «Nello stato di Rio Grande do Sul parlavano il nostro dialetto - ricorda - poi con la seconda guerra mondiale, che vede il Brasile contro Italia e Germania, il preside Vargas emana una legge che vieta di usare in pubblico l’italiano, o meglio il “taliàn”». Questo dialetto veneto-brasiliano può essere parlato solo in ambito domestico «e questo ha contribuito moltissimo a ridimensionare questa parlata, che è comunque ancora molto diffusa». Come viene vietato l’uso del taliàn in pubblico, viene rivista in parte anche la toponomastica. E Nova Vicenza deve lasciare il posto a Farroupilha. 

Un legame che andrebbe conservato

Non tutti i segni del passato vengono però cancellati e in nome di questa storia Zecchin lancia ora una proposta, guardando al Comune di Vicenza: «Sarebbe interessante mantenere questo legame, magari con un Patto di amicizia tra le due città». La cittadina «ha circa 70 mila abitanti e nello stato Rio Grande do Sul il 40-45% delle persone oggi è ancora di origine italiana e in gran parte vicentina». 

Legami che resistono, come dimostra un fenomeno che si sta diffondendo negli ultimi anni, ossia l’aumento di richieste, proprio dal Brasile, di cittadinanza italiana per discendenza. Un incremento dettato anche da «motivi pratici, perché avere la cittadinanza italiana facilita anche la migrazione verso gli Stati Uniti e il Nord America - precisa Zecchin -. L’essere di origine italiana per molti è in ogni caso un valore aggiunto. Se all’inizio era quasi un peso essere figli di immigrati, ora con orgoglio si parla delle proprie radici vicentine. Spesso anche quando si cerca lavoro, perché è come un “marchio” di garanzia, vista la fama di lavoratori esemplari». 

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