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Borgo Berga, indagato anche Hüllweck

Giugno 2008: il cantiere del nuovo tribunale, dopo l’abbattimento della Cotorossi. A sinistra: Hüllweck durante un sopralluogo a Borgo Berga
Giugno 2008: il cantiere del nuovo tribunale, dopo l’abbattimento della Cotorossi. A sinistra: Hüllweck durante un sopralluogo a Borgo Berga
Giugno 2008: il cantiere del nuovo tribunale, dopo l’abbattimento della Cotorossi. A sinistra: Hüllweck durante un sopralluogo a Borgo Berga
Giugno 2008: il cantiere del nuovo tribunale, dopo l’abbattimento della Cotorossi. A sinistra: Hüllweck durante un sopralluogo a Borgo Berga

A pesare in maniera determinante sulla clamorosa svolta assunta dall’indagine su Borgo Berga è stata la corposissima relazione del pool di consulenti voluti dal procuratore Antonino Cappelleri. Il lavoro compiuto dagli architetti Verderi e Bracchi, e dall’ingegner Guerrino, ha convinto il numero uno degli uffici investigativi vicentini a chiedere il sequestro dell’intero complesso, palazzo di giustizia compreso, ma anche a modificare in maniera sensibile l’elenco degli indagati. Da quanto si apprende, infatti, sono usciti di scena - non è chiaro se la procura abbia già chiesto per loro l’archiviazione - alcuni dei vertici del Gruppo Maltauro, inizialmente iscritti sul registro, a partire da Gianfranco Simonetto. E poi ad integrare la lista con l’ex presidente di Sviluppo Cotorossi Luca Boscato, con l’amministratore delegato del Gruppo Gavio (che ha contribuito con il Gruppo Maltauro a far nascere Sviluppo Cotorossi nel 2008, e che ne è stato amministratore al pari di Norberto Moser), e soprattutto con l’ex sindaco di Vicenza Enrico Hüllweck. L’ex primo cittadino è accusato di lottizzazione abusiva, al pari degli altri indagati, fra cui compare da tempo anche il nome della moglie, Lorella Bressanello, a lungo direttore del dipartimento del Territorio del Comune di Vicenza.

Va compreso che per gli inquirenti il Piruea che ha portato alla riqualificazione dell’area, dove un tempo sorgevano i capannoni della società Cotorossi, è abusivo. E lo è dall’origine, e cioè dal 2003. Sono stati infatti sottoscritti allora gli accordi pubblico-privato con anomalie e “difetti strutturali” che la variante del 2009, voluta dalla nuova giunta comunale e dal nuovo privato, non avrebbe sanato del tutto. Accordi che, fra l’altro, avrebbero portato ad uno squilibrio, con vantaggi economici significativi per il privato.

Di qui l’iscrizione di Hüllweck, che nel 2003 era sindaco (rimase in carica fino al 2008), di Ciardullo, amministratore di FinVi, il privato dell’epoca, e di Bressanello, istruttore di quel Piruea con riferimento agli aspetti economici. E poi di Franco Zanella, direttore dell’Urbanistica che nel 2004 firmò con Fin.Vi la convenzione che oggi è ritenuta illegittima.

L’ex primo cittadino ieri ha preferito non commentare la notizia. Quello che è emerso è che la Forestale, che con il commissario Luca Stella da un paio d’anni lavora sugli incartamenti dell’epoca, avrebbe individuato con i consulenti della procura una serie di anomalie amministrative e penali. Una tesi contestata dai diretti interessati.

La magistratura ha chiesto il sequestro di tutta l’area, ma il giudice Massimo Gerace non ha ritenuto vi siano i presupposti. Il tribunale del Riesame, cui si è appellato l’organo inquirente, si riunirà fra qualche settimana.

Diego Neri

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