<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il caso

Bimba vicentina apolide, il tribunale riconosce il padre biologico

La piccola, partorita in Ucraina con maternità surrogata, potrà essere registrata all’anagrafe

Potrà finalmente frequentare l’asilo, come tutti i suoi coetanei. Il caso giudiziario che vedeva coinvolta una bambina vicentina di 4 anni, nata in Ucraina da una madre surrogata, è giunto a conclusione. Il tribunale civile ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Mario Trivellato che assiste il padre biologico della minore, ordinando all’ufficiale dello stato civile del Comune di Vicenza di formalizzare l’atto di nascita della piccola. Quest’ultima potrà dunque essere registrata all’anagrafe. Dopodiché, la moglie del padre naturale della bimba potrà chiederne l’adozione “semplificata” in virtù di un legame già esistente.

Nata con la tecnica della maternità surrogata

La bambina era nata a Kiev nel 2019 con la tecnica della maternità surrogata. L’Ucraina consente questa possibilità. L’Italia, invece, no. Per questo motivo, la coppia vicentina aveva optato per questa via. La piccola vive a Vicenza da allora, quando il padre biologico e la moglie l’avevano portata con loro. A quel punto, però, si era presentato davanti ai genitori l’ostacolo del riconoscimento anagrafico perché il Comune di Vicenza non aveva trascritto l’atto di nascita, sulla base della documentazione prodotta. La piccola, quindi, non aveva ottenuto alcun documento con tutte le conseguenze che ne derivano, compresa l’impossibilità di poter effettuare le vaccinazioni obbligatorie e andare all’asilo. 

Leggi anche
La piccola vicentina apolide. «Il papà può riconoscerla»

Le tappe giudiziarie

La coppia aveva dunque presentato ricorso prima al tribunale di Vicenza e poi alla Corte d’appello di Venezia, ottenendo in entrambi i casi un respingimento. L’avvocato Trivellato e il collega Giorgio Muccio di Bologna avevano quindi intrapreso una strada diversa. Anziché coinvolgere entrambi i genitori, avevano presentato un nuovo ricorso affinché il padre della piccola venisse riconosciuto come genitore biologico. 

Lo scorso settembre sulla vicenda era intervenuta anche la Corte europea per i diritti dell’uomo (alla quale avevano fatto ricorso entrambi i genitori) riconoscendo al padre il diritto di registrare la bimba legalmente e aprendo per la madre la possibilità di ricorrere all’adozione semplificata. A metà ottobre il caso della piccola apolide era stato invece discusso nel corso di un’udienza in tribunale a Vicenza; un passaggio interlocutorio in attesa che il giudice si pronunciasse sul ricorso legato al riconoscimento biologico della piccola. Un atto che, inizialmente, e in maniera erronea, era stato presentato agli uffici anagrafici di palazzo Trissino invece che all’Avvocatura distrettuale dello Stato di Venezia (l’organo competente). Il procedimento non aveva comunque subito rallentamenti. Il Comune non si era costituito perché non ne aveva l’obbligo. Avrebbe potuto invece farlo l’Avvocatura distrettuale che, però, aveva deciso di non farlo. 

Il sì del tribunale

Il provvedimento del tribunale è arrivato il 31 ottobre ed è stato notificato ieri agli avvocati. Ora il padre della minore potrà presentarsi all’anagrafe con in mano il riconoscimento biologico certificato dal giudice civile e registrare la piccola. 

«Da qualunque angolazione si può inquadrare questa vicenda, sicuramente non può essere il minore a pagare il prezzo di un’impostazione giuridica. I suoi interessi devono prevalere - afferma l’avvocato Trivellato -. Finalmente si potrà dare uno status a questa bambina». 

Valentino Gonzato

Suggerimenti