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Vicenza

Bambini puniti
Paese schierato
con la maestra

Diego Neri

SAN GOTTARDO DI ZOVENCEDO

«Mi dispiace, non se lo meritava». «Le accuse? Montature». «Dai video non si vede nulla di sconvolgente». «Deve tornare il più presto possibile». «La maestra Giovi è la più brava, perchè ci mette il cuore e la passione». «Uno scappellotto? Se non fa male pazienza, quando ci vuole ci vuole». E via discorrendo. La stragrande maggioranza dei genitori e dei nonni dei piccoli allievi della scuola materna “Zanella” di San Gottardo prendono le difese della maestra sospesa. Non mancano gli appartenenti alla fazione opposta, o chi si sta ricredendo. Per le altre maestre, invece, questi sono giorni più sereni dei precedenti: «Finalmente qui si respira un’aria diversa».

LA SCUOLA. Nel tiepido sole del pomeriggio quasi primaverile, San Gottardo pare un affresco fra mandorli e peschi in fiore. La frazione è quasi deserta, e la vita si concentra fra la statua di padre Pio, a fianco della canonica, e il monumento ai Caduti delle guerre: lì sorge la scuola per l’infanzia, da qualche giorno nella bufera dopo la sospensione della maestra Giovanna Priante, 60 anni, che abita poco lontano. L’insegnante, da 40 anni con i bambini, è un’istituzione in paese; è accusata di maltrattamenti verso i fanciulli per i suoi metodi educativi autoritari e maneschi. A denunciarla ai carabinieri la dirigente scolastica, dopo le ripetute segnalazioni delle altre colleghe. Alle 15.15 si svegliano i bimbi dopo il sonnellino pomeridiano, e le urla festose danno un colore vivace all’idillio dei Colli. Poco dopo genitori e nonni iniziano a venirne a prendere alcuni, al termine delle lezioni, per portarli a casa. Gli altri aspettano lo scuolabus.

IL PARTITO PRO MAESTRA. «Vede, qui hanno frequentato i miei tre figli e mio genero. Tutti con la Giovi - racconta una nonna -. Ci siamo sempre trovati bene con lei. Anche mia nipote le è particolarmente affezionata, le vuole bene. Non lo credo possibile, ma se anche ha sbagliato quella maestra va perdonata. Deve tornare subito a scuola». Le sue parole sono le stesse di molti altri che escono con i bimbetti per mano. «Tutti qui la maestra Giovanna l’hanno sempre stimata. Certo, è giusto che la magistratura compia le sue indagini, e che i carabinieri sentano i testimoni, però se nessuna mamma ha mai fatto denuncia una ragione ci sarà, no?», si chiede un papà, che scappa sulla sua berlina. «Qualche anno fa, per una questione di numeri, volevano trasferire la maestra Giovanna a Meledo. Ci fu una sollevazione, qui a San Gottardo». «I rapporti non sono mai stati buoni fra maestre», sibila una mamma di fretta. Un papà sottolinea che «la maestra sospesa organizzava i pensierini di Natale, cercava i costumi di Carnevale, faceva partecipare i genitori, portava i bambini fuori: una in gamba». Sberle e sputi? «Non ha ucciso nessuno. Se un bimbo sbaglia va punito, serve rigore fin da piccoli». Una sua amica aggiunge: «Io spero che torni presto, perchè è davvero brava. La Giovanna insegna con il cuore, ama i bambini. Non che le altre non li amino, per carità, ma si vede che per lei fare la maestra non è solo un lavoro, è una vocazione. A me è parsa una montatura. Pronta a ricredermi».

IL PARTITO CONTRO. E più di qualcuno, in verità, si sta facendo un’idea diversa, ed è pronto a sporgere denuncia. Lo farà probabilmente un padre: «A casa? In carcere, dovrebbe essere, quella maestra. Quando passavo vicino alla scuola la sentivo urlare come un’ossessa, e mi chiedevo perché. Ora so. Per tanti anni ha insegnato da sola, chissà cosa faceva ai bambini». Un altro è su posizioni meno decise: «Una tirata d’orecchi ci sta, alzare le mani sui bambini mai. Non lo faccio neanch’io. Che vada in pensione: è stanca dopo tanti anni, e non ce la fa più a gestire tanti bimbi scalmanati tutti insieme per molte ore. Ma non deve permettersi di fare del male ai nostri figlioli, questo non può farlo».

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