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Vicenza

Bacino salva-Retrone: «I lavori inizieranno nel 2025»

Comune e consorzio di bonifica stanno spingendo affinché Iricav due anticipi l’invaso sull’Onte previsto con la Tav

Rischiare di trovarsi allagati a causa dell’esondazione del Retrone con un progetto definitivo di un bacino già nel cassetto sarebbe, sottolinea il sindaco Giacomo Possamai, «imperdonabile». Da qui il pressing congiunto del primo cittadino di Vicenza e del presidente del Consorzio di bonifica Alta pianura Veneta Silvio Parise su Rfi e Iricav Due affinché anticipino la realizzazione dell’invaso sul torrente Onte, affluente del Retrone, a Sovizzo. Un’opera di sicurezza idraulica prevista come opera complementare al progetto Av/Ac e inserita - almeno finora - nel secondo e ultimo lotto costruttivo dei due previsti per la tratta Tav “Attraversamento Vicenza”.

Iricav Due rivedrà il grado di priorità del bacino

Almeno finora, si diceva, perché in realtà, Iricav Due, a quanto pare, avrebbe già espresso l’intenzione di verificare la possibilità di rivedere il grado di priorità del bacino, portandolo nelle prime posizioni. La nuova tabella di marcia sarebbe anche già ipotizzata: progetto esecutivo pronto dopo l’estate o comunque entro il 2024 e lavori nel 2025. Un intervento utile alla comunità, visti gli allagamenti verificatisi a fine febbraio, ma anche allo stesso General contractor della Tav che ha tutto l’interesse di mettere in sicurezza il territorio dove andrà a operare. 

Dopo l'esondazione del Retrone non si abbassa l'attenzione

«Sono passate poche settimane dalla grandissima paura che la città ha avuto di rivedere le scene del 2010 e non dobbiamo abbassare l’attenzione - chiarisce Possamai -. Ci siamo resi conto di come in questo momento il Retrone, senza bacini di laminazione, possa essere addirittura più pericoloso del Bacchiglione, che i bacini li ha. Ma esiste una carta importante da giocare, ossia l’anticipazione del bacino sull’Onte, che rappresenterebbe uno sfogo importante per il Retrone. Abbiamo quindi avviato un’interlocuzione con Iricav e Rfi per chiedere di anticipare quest’opera, perché sarebbe imperdonabile farci trovare impreparati». 

Serve un'azione immediata

«Dopo quanto successo a febbraio - aggiunge Parise - ci siamo tutti attivati nel dire che dobbiamo in qualche maniera agire immediatamente e in un successivo incontro con Iricav mi è stato confermato che la realizzazione del bacino era prevista nelle fasi finali dell’intervento, mentre ora si sta lavorando per anticiparla e chiudere la progettazione esecutiva entro l’anno in modo da partire con i lavori nel 2025». Una modifica dei piani rilevante, secondo Parise: «Anche se siamo riusciti a limitare i danni - sottolinea - dalla metà di febbraio è stata un’emergenza continua. Siamo tutti consapevoli, Iricav compresa, che serve intervenire in modo tempestivo».

Il bacino di laminazione costerà dieci milioni 

Secondo il progetto la cassa di laminazione avrà un costo di 10 milioni di euro, sarà collocata tra via Vigo e la Sp35, avrà un volume di invaso di 334 mila metri cubi e sarà delimitata da un argine lungo 2 chilometri. L’ingombro sarà di 277.608 metri quadrati, di cui 46.159 occupati da opere fisse, quali argini e manufatti regolatori, e 231.449 destinati all’allagamento.

Alessia Zorzan

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