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Vicenza

Azioni contro i bivacchi. «Più operatori di strada»

Possamai interviene sulla presenza dei senzatetto: «Situazione intollerabile, servono servizi e regole»

Un angolo di centro diventato un dormitorio a cielo aperto. Quando Giacomo Possamai si presenta davanti palazzo Chiericati, dove i bivacchi sono di casa, di senzatetto non se ne vedono perché a quell'ora, mezzogiorno, hanno tolto le loro cose per riportale più tardi. Già, perché il portico del museo civico è diventato "alloggio" stabile di parecchi senza fissa dimora che arrivano la sera e se ne vanno di mattina presto.

«Non è l'unico posto della città in cui questo succede, ma questo luogo, costantemente teatro di bivacchi, non è solo uno dei simboli artistici della città, è anche è il simbolo dell'inefficienza di questa amministrazione che ci ha propinato solo slogan. Ma i problemi non si risolvono con le parole, né con la propaganda. Prendiamo le 2 mila multe date ai senza fissa dimora, a cosa hanno portato? Che risvolti pratici hanno avuto? Nessuno. Non sono state pagate e non sono servite da deterrente visto che chi dormiva per strada ha continuato a farlo. In compenso hanno distolto la polizia locale da compiti più utili, come presidiare il territorio».Quindi, come si risolve il problema? «Bisogna usare due leve, quella del sociale e anche quella fermezza perché la città deve avere un suo decoro e i cittadini hanno il diritto di non avere delle persone che dormono davanti alla porta di casa».

Possamai indica due strade. La prima: «Oggi, oltre alla Caritas, ci sono due strutture comunali dove queste persone possono dormire di notte, in via Giordano e in via San Marco: vanno aumentati i posti letto. Ma c'è anche un altro aspetto: la disponibilità di posti per dormire c'è solo per il periodo dell'emergenza freddo, ora però grazie ai fondi del Pnrr può essere finanziato un servizio per garantire spazi ai senza fissa dimora per tutto l'anno». E una volta che i quattrini nel Pnrr saranno finiti, il servizio «va reso strutturale». Un punto centrale però è anche riuscire a convincere queste persone ad accettare l'aiuto e andare in una strutture. E qui scatta la seconda misura: fare in modo che tutti i senza fissa vengano "agganciati" dagli operatori di strada che però, spiega Possamai, oggi sono troppo pochi: «È necessario un approccio costante da parte degli operatori di strada ed è per questo che occorre investire di più su queste figure specializzate: oggi il servizio garantisce solo 2 operatori per 4 pomeriggi alla settimana in Campo Marzo, oltre a 3 sere e 2 mattine in centro storico. Noi li aumenteremo, in modo da garantire il servizio tutti i pomeriggi a Campo Marzo e prevedendo 2 operatori, almeno 3 giorni alla settimana, anche nei quartieri. Ma soprattutto potenzieremo il servizio di accompagnamento verso i servizi sociali competenti».

E per chi si dovesse dimostrarsi "irriducibile"? «Nel momento in cui si dà a tutti la possibilità di essere aiutati, oggi non è così perché non tutti vengono agganciati dagli operatori di strada, bisogna essere molto fermi e in sinergia con le forze dell'ordine va fatto capire a queste persone che a Vicenza in strada non possono più dormire. La situazione vissuta in questi anni non è più tollerabile, perché è un pessimo biglietto da visita della città e perché genera degrado e insicurezza nei cittadini». 

Roberta Labruna

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