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La lotta ai "furbetti"

Aveva vinto un milione al gioco, ottiene il reddito di cittadinanza: condannata

L’imputata non lo aveva dichiarato nella domanda, pena di un anno. I cospicui guadagni erano stati ottenuti con giochi a premi su internet tra il 2017 e il 2020
L'Inps aveva già bloccato le erogazioni di denaro
L'Inps aveva già bloccato le erogazioni di denaro
L'Inps aveva già bloccato le erogazioni di denaro
L'Inps aveva già bloccato le erogazioni di denaro

Una fortuna sfacciata. Annamaria Zordan, 62enne che abita a Montecchio Maggiore, in quattro anni avrebbe vinto oltre un milione di euro giocando on line, come si legge nel capo di imputazione del procedimento giudiziario a suo carico. Peccato che l’imputata non avesse dichiarato quelle considerevoli vincite all’Inps, quando aveva fatto domanda per ottenere il reddito di cittadinanza. Così facendo, Zordan ha percepito l’erogazione pubblica senza averne diritto e il giudice l’ha condannata a un anno, un mese e dieci giorni di reclusione con la sospensione condizionale della pena.

Vincite ed assegno

I fatti contestati all’imputata, che in tribunale era difesa dall’avvocato Michele Carotta, erano avvenuti nei primi otto mesi del 2020. Tramite le dichiarazioni sostitutive uniche del 25 febbraio 2019 (per questa circostanza è stata assolta «perché il fatto non è previsto dalla legge come reato») e del 15 gennaio dell’anno successivo, Zordan aveva comunicato «falsamente all’Inps, al momento della presentazione delle domande (12 aprile 2019 e 18 dicembre 2020), l’assenza di redditi da dichiarare a fini Isee, avendo invece conseguito cospicue vincite (oltre 606 mila euro nel 2017; più di 143 mila euro nel 2018; 141 mila euro circa nel 2019 e 122 mila euro nel 2020)», come riportato nella richiesta di rinvio a giudizio. In realtà, quel milione di euro potrebbe essere l’ammontare complessivo tra i soldi movimentati on line dalla donna, tra vincite e giocate. Una circostanza che sarebbe ancora all’esame degli inquirenti. La guardia di finanza, che nel 2021 aveva denunciato Zordan assieme ad altre diciotto persone e aveva informato l’Inps per far bloccare l’erogazione del reddito di cittadinanza, mantiene però il massimo riserbo su questa circostanza. Il procedimento giudiziario si è concluso nei giorni scorsi davanti al giudice per l’udienza preliminare Nicolò Gianesini, che ha riconosciuto l’imputata colpevole dei reati di indebita percezione di erogazioni pubbliche e falsità ideologica commessa da un privato in un atto pubblico. Il magistrato ha inoltre disposto la comunicazione della sentenza all’Istituto nazionale di previdenza sociale per quanto di competenza dell’ente.

Le altre condanne

Zordan non è però l’unica imputata che nei giorni scorsi è stata condannata per aver percepito il reddito di cittadinanza senza averne i requisiti. Lo stesso gup ha inflitto un anno, 4 mesi e 20 giorni di reclusione (con la sospensione condizionale) anche a Laila Antar, cittadina marocchina di 61 anni, che abita a Schio. L’imputata, difesa dall’avvocato Matteo De Meo, aveva sostenuto di risiedere in Italia da almeno due anni in modo continuativo quando, il 6 marzo del 2019, aveva presentato la domanda per avere il reddito di cittadinanza. Antar «invece era stata riscritta nell’Anagrafe della popolazione residente per rimpatrio dal Belgio solo il 10 maggio del 2018». L’imputata ha scelto il rito abbreviato, ottenendo dunque uno sconto della pena. Anche nel suo caso il tribunale trasmetterà la sentenza all’Inps.

Confiscati 10 mila euro

 Aveva invece deciso di affrontare il dibattimento, convinta di poter dimostrare la propria innocenza, Chiara Puntorieri, 44 anni, residente in città e presidente del consiglio di amministrazione della “Logistic Padua società cooperativa”. L’imputata, difesa dall’avvocato Pietro Masutti, è stata però condannata dal giudice Veronica Salvadori che le ha inflitto un anno di reclusione e ha ordinato la confisca di 10.434, 29 euro. Il 5 febbraio 2019 e il 10 febbraio dell’anno successivo Puntorieri aveva comunicato all’Inps un nucleo famigliare diverso da quello reale e di essere l’unica intestataria di un contratto di locazione. La presidente della cooperativa aveva inoltre omesso «di indicare le retribuzioni derivanti dallo svolgimento di attività lavorativa dipendente nel periodo antecedente alla richiesta». Così facendo, aveva incassato la cifra che ora le verrà confiscata. Anche la presidente della coop era stata denunciata dai militari della guardia di finanza. 

 

Valentino Gonzato

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