<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La storia

Architetto ed ex insegnante vicentino: «La mia casa nell'antica torre»

di Laura Pilastro
Il protagonista Raffaello Pedrollo vive in una torre muraria scaligera a Vicenza, dopo averla ristrutturata negli anni '80
Raffaello Pedrollo vive nella torre scaligera, dopo averla ristrutturata negli anni '80
Raffaello Pedrollo vive nella torre scaligera, dopo averla ristrutturata negli anni '80
Raffaello Pedrollo vive nella torre scaligera, dopo averla ristrutturata negli anni '80
Raffaello Pedrollo vive nella torre scaligera, dopo averla ristrutturata negli anni '80

Al piano terra della casa di Raffaello Pedrollo filtra una luce discreta. Due delle tre aperture nel muro della sala tappezzata di libri, cd e riviste di musica, sono in realtà feritoie, le stesse utilizzate in passato da arcieri e balestrieri per lanciare i loro dardi. L'architetto ed ex insegnante di materie artistiche vive in una torre muraria scaligera della seconda metà del Trecento. L'abitazione al civico 10 di contra' Mure Carmini fa parte dell'antico sistema difensivo che in quel punto lambisce park Fogazzaro e racconta due storie in una. Quella del complesso di fortificazioni risalente all'epoca in cui la dinastia dei Della Scala dominava la città e quella del proprietario 74enne, nipote del direttore d'orchestra e compositore berico Arrigo Pedrollo, cui è intitolato il conservatorio di contra' San Domenico.

La storia dell'architetto ed ex insegnante Raffaello Pedrollo che vive in una torre 

«Ho acquistato questa torretta nella prima metà degli anni Ottanta, a quel tempo era utilizzata da un falegname che, a parte il piano terra, aveva lasciato in totale fatiscenza e abbandono il resto - le parole del professionista -. In quegli anni cercavo una soluzione per me e la mia famiglia, possibilmente in un edificio storico e questa torretta ha fatto al caso nostro». Da qui la ristrutturazione, durata almeno un paio d'anni per conservare le tracce dell'antico, rispettando anche la "stratificazione" successiva, dato che l'edificio è stato abitato per diversi secoli dopo aver cessato la sua funzione originaria.

Le sorprese durante la ristrutturazione della torre muraria a Vicenza

«Ci sono ancora delle nicchie scavate nello spessore della muratura, una più grande e più antica, forse del Settecento, conteneva i "servizi" della primitiva unità abitativa; un'altra, probabilmente del primo Novecento, ospitava un wc vero e proprio». Numerose le "sorprese" durante il recupero: «Nell'interrato sono emerse testimonianze di un incendio antico, ipotizzo legato alla battaglia de La Motta tra le forze della Repubblica di Venezia e della Spagna nei primi anni del Cinquecento. Abbiamo trovato anche resti di pasti di soldati e lavoranti, ossicini di piccoli animali come colombi, conigli e polli. Proprio qui vicino c'è la "stradella delle Beccariette", come erano chiamate le macellerie di piccoli animali».

L'intonaco in malta, in alcuni punti, è quello originale e la terrazza al terzo piano dove ora crescono le ginestre è stata ricavata dall'ex camminamento di ronda. «La ristrutturazione ha dato un piccolo contributo alla sopravvivenza di un edificio significativo - riflette Pedrollo -. Le torrette sono purtroppo per la maggior parte in stato di crollo più o meno avanzato. Lo stesso muro scaligero adiacente a questo edificio è transennato da almeno dieci anni. C'è bisogno di una maggiore attenzione per i manufatti edilizi antichi e per il tessuto storico della nostra bellissima città: macroscopico è lo stato di abbandono dell'ex convento di San Biagio o dell'ex macello».

La torretta dei Carmini i custodisce anche l'eredità musicale di Arrigo Pedrollo

La torretta dei Carmini custodisce anche l'eredità musicale di Arrigo Pedrollo, scomparso nel 1964: «Sono riuscito a riunire diversi documenti realizzando un archivio. Purtroppo, però, ci sono materiali ben più importanti che risultano irraggiungibili, a causa, in particolare, della chiusura di una casa editrice che deteneva le musiche più importanti, risalenti al primo trentennio del Novecento, quando le opere del nonno venivano rappresentate nei principali teatri italiani. Sarebbe fondamentale che questi materiali fossero resi accessibili a musicisti e studiosi».

Il guardiano della torre scaligera

Dalle memorie personali alla vita da moderno "guardiano" della torre: «Cosa significa abitare in questo luogo? Può risultare problematico spostarsi su più piani; sarebbe poi necessario un efficientamento energetico. Comunque, qui io mi sento sereno, conosco ogni più piccolo elemento e questo in passato mi ha permesso di "comunicare" con chi ci è stato prima di me e ci ha lavorato».

Suggerimenti