Veglia notturna per 200 «Salviamo i migranti»

Don Uderzo, il sindaco Balzi e don Menini parroco di Ponte dei NoriAlcuni dei 200 partecipanti alla veglia sul sagrato. FOTOSERVIZIO TROGU

navi. L’appello comune in «difesa dei migranti» è «rimanere umani e vicini alle persone che chiedono aiuto». Proprio per questo, in segno di solidarietà e vicinanza, l’altra sera, sul sagrato della chiesa di Ponte dei Nori, in circa 200 hanno deciso di trascorrere la notte all’aperto. Dalle 22 si sono susseguiti interventi di sacerdoti, amministratori e cittadini che hanno risposto all’invito di don Matteo Menini parroco di Ponte dei Nori, di padre Ermes Ronchi di Isola Vicentina e di don Antonio Uderzo di Monteviale. Tra di loro anche amministratori come il sindaco di Valdagno Giancarlo Acerbi con la vice Anna Tessaro e i primi cittadini di Santorso, Gambugliano e Zugliano. Don Matteo Menini ha sottolineato: «Il Vangelo ci chiede di non rimanere indifferenti di fronte agli ultimi, Gesù infatti si è schierato dalla loro parte ed è proprio per questo difficile guardare le immagini di queste navi bloccate in mare». Don Ermes Ronchi ha osservato: «Non possiamo restare inerti, muti, bisogna scegliere l’umano contro il disumano. Beati quelli che hanno sete di dignità e diritti per tutti, quelli che salvano una vita da ogni tipo di morte, quelli che “ero senza terra e mi avete dato un paese”, quelli che non si sono accodati al pensiero di moda». Particolarmente toccante poi la telefonata con don Carmelo parroco di Lampedusa: «Sull’isola raccontiamo a turisti e residenti il mondo dei migranti. Quelli sulla Open Arms non sono persone da temere ma gente povera e vulnerabile. La cosa assurda è che tutti sappiamo, anche chi li sta fermando, che comunque sbarcheranno perché sono ormai in acque italiane: ogni giorno che passano sotto il sole e sulle onde del mare è una tortura gratuita. Si continuano a fare giochi politici sulla vita delle persone più povere e fragili». Anche il sindaco Acerbi ha preso la parola: «Mi conforta essere qua tra tante persone, non sentirsi da soli è importante. Questo è il momento della coscienza e dell’azione e il fatto che ci siano iniziative come questa testimonia che c’è un altro modo di pensare e un’Italia che resiste. Questo come cittadino e come persona mi rincuora. Alla base dell’amministrare ci devono essere valori come compassione e attenzione alle persone». La sua vice ha aggiunto: «È sconvolgente sentire la pesantezza di questa disumanità, l’incapacità e l’impotenza di poter fare qualcosa - ha detto -. Arriva gente che vede la costa di questo Paese che gli hanno raccontato essere una nazione civile e viene fermata: dicono loro che non possono scendere perché c’è una persona che ha deciso che “tu non puoi farlo”». • © RIPRODUZIONE RISERVATA (...)

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