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«Traditi e delusi da Elisa, ci fidavamo di lei»

Nei prossimi giorni ci saranno gli interrogatori di garanzia
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Nei prossimi giorni ci saranno gli interrogatori di garanzia

«Non siamo arrabbiati né proviamo un sentimento d’odio. Siamo solo profondamente delusi, perché ci fidavamo di Elisa. Questa ragazza ci ha delusi e traditi. Altro è inutile aggiungere, penserà la giustizia a stabilire le responsabilità ed eventualmente a condannare questa donna e i suoi amici». Il papà dell’adolescente che ha denunciato di essere stata violentata da Elisa Faggion, la donna di 31 anni che l’aveva ospitata nella sua villa di Trissino, e da altri due suoi amici, i marocchini Zahir Es Sadouki, 28 anni, e Nadir El Fettach di 27, tutti ora agli arresti domiciliari; parla senza far trasparire nessun sentimento di vendetta. Eppure, quanto finora ricostruito dalla procura e dai carabinieri nell’ambito dell’indagine coordinata dal sostituto procuratore Cristina Carunchio, racconta di una violenza agghiacciante commessa approfittando di una ragazzina (che oggi ha 16 anni, ma all’epoca dei fatti ancora 15) che non solo non avrebbe potuto difendersi, ma che soprattutto si fidava ciecamente della sua amica più grande. Da lei considerata ormai come una sorta di sorella maggiore; e dai suoi genitori come una persona di cui potersi fidare senza alcun timore. «Noi su Elisa - ripete il papà della ragazza - non abbiamo mai avuto alcun sospetto. Mai». LA VIOLENZA. In base a quanto ricostruito sinora dalla procura e dai militari dell’Arma, l’adolescente è stata abusata più volte nel corso del fine settimana compreso tra venerdì 26 e domenica 28 ottobre 2018. Abusi preceduti da massicce assunzioni di sostanze stupefacenti: hashish e cocaina. La seconda a quanto pare utilizzata prima dello stupro di gruppo che sarebbe avvenuto la notte tra sabato e domenica. Ora ci sarà anche da capire con esattezza chi ha portato la droga. E in che quantità. Sul fatto che tutto fosse stato organizzato dal terzetto ci sarebbero ben pochi dubbi. La quindicenne avrebbe anche cercato di opporsi, sia all’assunzione della droga, sia alla violenza, ma ogni tentativo sarebbe stato vano. Sicuramente si aspettava, specialmente dopo la prima sera, che l’amica sarebbe intervenuta. Che l’avesse difesa come sperava e si aspettava. Invece Elisa, se le accuse verranno confermate, non solo non le sarebbe andata in soccorso, ma, anzi, l’avrebbe trascinata sino in fondo a quel vortice di perversa violenza ripetuta per due notti. I genitori della sedicenne in questi giorni lasciano trasparire grande serenità. Una calma quasi stridente con tutto il clamore suscitato dalla notizia deflagrata ieri in tutta la sua potenza. Quella della presunta vittima è una famiglia unita. Solida. Lavoratori arrivati in Italia dell’Europa dell’est e poi stabilitisi qui in provincia. Tra i genitori mai nessun problema. Semmai qualche preoccupazione per quella figlia tanto sensibile, forse un po’ troppo introversa, ma che non ha mai dato particolari problemi salvo qualche difficoltà nel relazionarsi con i suoi coetanei. Insomma la ragazza è l’opposto di quelle che escono la sera, pretendono di andare in discoteca o nei locali notturni per poi trascorrere la notte magari in compagnia di altri amici. L’incontro con Elisa Faggion aveva rappresentato una piacevole sorpresa. Inaspettata. Quella donna più grande aveva un po’ preso sotto la sua protezione la ragazzina diventando per lei, appunto, una sorta di sorella maggiore. Quel fine settimana nella villa di Elisa avrebbe dovuto rappresentare un altro momento di divertimento pulito e tranquillità. Invece proprio da quella “sorella” è arrivato il tradimento più grande. Più inatteso. Più doloroso e inaspettato. Lasciando profondamente feriti corpo e anima. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Bernardini

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