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Il caso Miteni

«Pfas, danni ai lavoratori». Inchiesta archiviata

Lo ha deciso il gip per le indagini dei Pfas sul sangue: «Non c'è nesso causale ed i reati prima dell'aprile 2016 sono estinti»

Danni provocati dai Pfas alla salute dei lavoratori Rimar-Miteni e presunte responsabilità degli enti coinvolti: il giudice per le indagini preliminari Roberto Venditti ieri ha disposto l'archiviazione del procedimento accogliendo la richiesta del pm La Placa e delle difese.

Miteni, danni ai lavoratori Inchiesta archiviata

Niente rinvio a giudizio dunque per 19, tra manager e figure diverse dell'ex industria chimica di Trissino, tra cui anche il medico della ditta, che i dipendenti De Tomasi, Ceretta, Elmetti, Volpiana, Ceranto, Orsato, Chiarello, Falloppi, Feriotti, Schiavo, Ronchi, Bassanese, Bertoldi, Dall'Ava, Dalle Molle, Savio, Sbabo e Urbani, assieme ai parenti di Gori, Massignani e Zenere, deceduti nel corso delle indagini, avevano chiamato in causa.

Le indagini

Le indagini, avviate nell'agosto 2020 in seguito ad un esposto presentato dalla Cgil di Vicenza e dalla Filctem Cgil di Vicenza, si erano chiuse a luglio 2022 con la richiesta del pm di archiviazione. Le organizzazioni sindacali avevano avanzato opposizione, che il gip ha respinto confermando l'archiviazione. Gli indagati erano stati chiamati a rispondere di lesioni personali colpose e omicidio colposo.

Tra le motivazioni dell'archiviazione c'è il fatto che tutti i reati commessi prima di aprile 2016 sono estinti per prescrizione. Ma anche per la mancanza della prova del nesso causale in patologie a insorgenza multifattoriale.

Le possibili conseguenze sulla salute dei lavoratori

Inoltre che i Pfas indagati sono stati i Pfoa e i Pfos, mentre per le possibili conseguenze sulla salute dei lavoratori non sono stati considerati quelli a catena corta, come il C604 e il GenX, in quanto le misurazioni effettuate dal 2000 nel siero dei dipendenti dell'azienda erano relative solo a Pfoa e Pfos.«Archiviare le indagini - ha dichiarato a caldo il segretario provinciale della Cgil, Giampaolo Zanni - significa impedire l'accertamento dei fatti e delle responsabilità su quanto accaduto in quella realtà lavorativa, dove i dipendenti hanno lavorato per anni sostanze nocive che si sono accumulate nei loro corpi, a danno della loro salute. Rammarica moltissimo che si sia presa questa decisione nel momento in cui sempre più studi fanno emergere la nocività di queste sostanze per la salute umana. Devono morire tutti lavoratori Miteni perché sia accertato il nesso? Leggeremo i documenti e poi decideremo come proseguire nella battaglia per la tutela dei lavoratori avvelenati».

Sempre ieri è ripreso il processo in Corte d'assise a Vicenza, presieduto dal giudice Crea (giudice a latere Cuzzi), che vede imputati 15 manager di Miteni, Icig e Mitsubishi Corporation, accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari.

Le associazioni

Sentiti dall'avv. Bortolotto, legale di parte civile di varie associazioni, Maria Chiara Rodeghiero, del direttivo di Medicina democratica (e madre dell'avvocato), e Valeria Bolla, presidente per il Medio-Basso Vicentino di Italia Nostra, che hanno ripercorso l'attività svolta dalle associazioni da quando è emersa la maxi contaminazione delle acque da Pfas. Sul banco dei testimoni anche il medico del lavoro Edoardo Bai, presidente della sezione milanese di Isde-Medici per l'ambiente. Ha riferito sulla ditta statunitense produttrice di Pfas: «"3M" già dal 1980 ha compiuto studi sui propri dipendenti per indagare le ripercussioni sulla salute umana»; secondo lui «il cancro al rene e al testicolo hanno un sicuro collegamento con il Pfoa».

Ha poi risposto alle domande Vincenzo Cordiano, ematologo, presidente regionale di Isde-Medici per l'ambiente, che ha riassunto gli effetti dei Pfas sulla salute umana. Tra le dichiarazioni «il Pfoa, classificato oggi "possibile" cancerogeno, sta per essere ri-classificato come "probabile"».

Per Marco Caldiroli, presidente di Medicina democratica, «Miteni non ha utilizzato le migliori tecnologie disponibili nella gestione delle lavorazioni dei Pfas».

Giorgio Zordan

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