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Valdagno

Movida rumorosa in piazza. Ma la colpa non era del bar

L’annosa querelle si è risolta a favore dei titolari dell’Hostaria: la Corte d’Appello rigetta le richieste dei residenti
Serata al minifestival blues. Piazza piena in passato per la musica davanti alla chiesa. (Foto Archivio)
Serata al minifestival blues. Piazza piena in passato per la musica davanti alla chiesa. (Foto Archivio)
Serata al minifestival blues. Piazza piena in passato per la musica davanti alla chiesa. (Foto Archivio)
Serata al minifestival blues. Piazza piena in passato per la musica davanti alla chiesa. (Foto Archivio)

La battaglia legale fra bar e residenti si chiude a favore del locale. Dopo anni di carte bollate, anche la Corte d’Appello ha ritenuto che chi abita sopra o vicino all’“Hostaria”, storico punto di riferimento della movida valdagnese, non abbia diritto a risarcimenti danni per i rumori causati a tarda sera e nella notte dalla musica e dagli avventori. Lo ha stabilito la quarta sezione civile di Venezia, presieduta da Campagnolo, che ha rigettato il ricorso proposto dalle famiglie Caneva e Rossi, tutelate dall’avv. Claudio Bortolaso, dando ragione a Dennis e Simone Rasia, un tempo titolari del bar, che erano assistiti dall’avv. Franco Lovato. Una decisione che segna un punto fermo anche nell’annosa querelle sui rumori causati dai locali, su cui è intervenuta più volte anche la Cassazione.

La querelle tra residenti e il bar Hostaria di Valdagno per musica e rumori

Un anno fa, era stato il tribunale di Vicenza a respingere le richieste per circa 50 mila euro. Il ricorso verteva sul fatto che non vi fosse la prescrizione per gli episodi dal 2009 al 2016, e che gli accertamenti strumentali compiuti dal consulente di parte e anche dall’Arpav dimostrassero il superamento dei limiti di decibel consentiti dalla legge. Dal 2009 in avanti, e per diversi anni, infatti, chi abita vicino all’“Hostaria” aveva lamentato rumori eccessivi derivanti dall’impianto musicale del bar; la questione ha fatto discutere a lungo, anche per altre vicende correlate.

I provvedimenti

C’era stato un primo provvedimento del giudice, quell’anno, in seguito ad un ricorso d’urgenza, che limitava le emissioni e imponeva un “fermo” al volume. Nel 2011 nuovo reclamo, perché il “fermo” non garantiva il rispetto della norma: il tribunale aveva imposto un nuovo limitatore acustico e il divieto di far musica con gli strumenti. Nel 2016, ancora, visto che le emissioni erano alte, altro ricorso, e nuovo ordine di applicare un “gain” per limitare il volume della musica.

Il ricorso 

«Di fatto - era il senso del ricorso - il tribunale aveva dato sempre ragione ai residenti, perché il volume era eccessivo, condannando la controparte a pagare le spese». Da allora, poiché il problema non era cessato, erano continuate le proteste; e i titolari avevano provveduto a insonorizzare i locali, dopo un accertamento dell’Arpav, prima di cedere l’attività. La nuova gestione non ha mai creato problemi a chi abita in zona, ma era partita la causa civile per i danni, anche in riferimento alla kermesse Minifestivalblues, che era però autorizzato dal Comune.

L'Hostaria è assolta e i residenti pagano le spese

Per i giudici lagunari, però, le ragioni di appello non devono trovare accoglimento. I fatti prima del 2016 sono caduti in prescrizione; e la consulenza tecnica richiamata dai residenti, scrive la Corte, «non costituisce prova delle immissioni moleste». Non solo: le testimonianze raccolte in aula «appaiono talmente generiche da non consentire di ricostruire in maniera attendibile se e quando si siano ripetute immissioni» fastidiose. Di fatto, mancano le prove; pertanto “Hostaria” va “assolta, e i residenti pagano 5.800 euro di spese.

Diego Neri

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