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Recoaro/Valdagno

Il comandante dei carabinieri forestali minacciato di morte

Scritte pesanti nei confronti del maresciallo Davide Simeoni («sei un morto che cammina»), in lotta contro il bracconaggio
Una delle frasi vergate con la bomboletta spray contro il carabiniere, già vittima in passato di altre minacce (Foto ZORDAN)
Una delle frasi vergate con la bomboletta spray contro il carabiniere, già vittima in passato di altre minacce (Foto ZORDAN)
Una delle frasi vergate con la bomboletta spray contro il carabiniere, già vittima in passato di altre minacce (Foto ZORDAN)
Una delle frasi vergate con la bomboletta spray contro il carabiniere, già vittima in passato di altre minacce (Foto ZORDAN)

Minacciato di morte. E non è la prima volta. Destinatario delle gravissime intimidazioni il maresciallo capo, comandante del nucleo carabinieri forestali di Recoaro Terme, Davide Simeoni. Nei giorni scorsi nel territorio di Valdagno, all’altezza di contrada Baracca, lungo la provinciale che porta a Castelvecchio, e di Recoaro, sul tratto di strada che dal rifugio La Guardia sale verso Campogrosso, sono apparse due scritte identiche. «Simeoni sentenza senza ricorso sei un morto che cammina», entrambe realizzate in stampatello maiuscolo, probabilmente con una bomboletta spray di colore celeste. Una frase che non lascia spazio ad interpretazioni e soprattutto con un preciso destinatario. Una scritta sarebbe apparsa anche a Rovegliana nelle vicinanze della chiesetta di San Bernardo.

Frasi intimidatorie contro Simeoni anche dieci anni fa

Analoghe pesanti minacce, sempre con le stesse modalità, gli erano state rivolte 10 anni fa, fortunatamente senza seguito. «Capanni mancanti pallottole vaganti» e «Simeoni due pallottole sono state avanzate per te» le frasi intimidatorie comparse anche allora nelle aree collinari di Valdagno e montane di Recoaro. Era il periodo in cui il militare era stato impegnato nella difficile attività investigativa contro l’abusivismo edilizio venatorio determinato da altane e capanni di caccia privi delle autorizzazioni paesaggistiche e urbanistico-edilizie. Questa volta potrebbe essere stata l’attività di contrasto al bracconaggio svolta dal maresciallo capo ad aver scatenato le minacce.

Zanoni (Pd): «Minacce gravissime»

Oggi come 10 anni fa a schierarsi dalla parte di Simeoni è l’allora eurodeputato ed attuale consigliere regionale Andrea Zanoni, del Pd. «Rinnovo la mia vicinanza al comandante Simeoni, e sostegno per la sua importante opera per il rispetto della legalità, per il ruolo fondamentale per l’applicazione di tutte le misure previste dal piano nazionale di contrasto al bracconaggio che vede tra i 7 punti caldi italiani del bracconaggio l’area della Pedemontana Veneta. Mi auguro che tutte le istituzioni esprimano solidarietà all’attività di vigilanza, prevenzione e denuncia che il comandante e i suoi militari svolgono. E che gli inquirenti sappiano presto individuare l’autore di queste gravissime minacce. Seguirò la vicenda da vicino. Sto valutando di chiedere un incontro al comandante regionale dei carabinieri forestali e al prefetto. Ho sentito telefonicamente Simeoni e l’ho incoraggiato a continuare nella sua opera per la legalità, il rispetto delle leggi e del piano antibracconaggio, e per la tutela del patrimonio faunistico che è, come dice la legge, patrimonio dello Stato, ovvero di tutti noi cittadini».

Guarda (Europa Verde): «Atto vile»

«Il suo tenace impegno a difesa della legalità è un esempio per tutti noi. Mi auguro venga fatta luce sull’origine di queste minacce, nel frattempo esprimo la mia vicinanza comandante della Stazione del Corpo forestale dello Stato di Valdagno e a tutta la sua squadra». Lo afferma la Consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda, la quale continua: «Le scritte contenenti pesanti minacce nei confronti di Simeoni sono un atto a dir poco vile. Siamo in presenza di un territorio complesso, ma questo non giustifica azioni violente o minacce. In veste di Consigliera regionale auspico che al maresciallo Simeoni venga garantito tutto il supporto necessario per continuare a svolger in quel territorio l’attività di contrasto al bracconaggio: l’alto valore delle sue azioni a tutela della comunità e dell’ambiente va preservato.  Auspico che la Regione del Veneto non rimanga silente e porti la propria vicinanza a un alto servitore dello Stato».

Giorgio Zordan

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