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L'annuncio

Via al cantiere del bacino anti alluvione. Il Comune di Sandrigo si arrende

In attesa dell’ultima sentenza, al via i lavori osteggiati da tre municipi. «Almeno il progetto è migliorato»
Per 10 anni il Comune di Sandrigo ha detto “no” al bacino
Per 10 anni il Comune di Sandrigo ha detto “no” al bacino
Per 10 anni il Comune di Sandrigo ha detto “no” al bacino
Per 10 anni il Comune di Sandrigo ha detto “no” al bacino

Dopo 10 anni di scontri e battaglie, il Comune di Sandrigo alza bandiera bianca sul primo stralcio della cassa di espansione lungo l’Astico. La “resa” arriva dopo le parole di giovedì dell’assessore regionale alla protezione civile e al dissesto idrogeologico Gianpaolo Bottacin, intervenuto durante l’inaugurazione dell’invaso di viale Diaz a Vicenza.  «Stiamo per partire con i lavori del bacino di laminazione a Sandrigo-Breganze», ha dichiarato il componente della giunta del Veneto.

Una conferma che arriva esattamente un giorno dopo l’udienza al tribunale superiore della acque pubbliche di Roma per il ricorso presentato nel 2022 dai Comuni di Sandrigo, Breganze e Montecchio Precalcino, sostenuti dai comitati locali di tutela del territorio e da diversi imprenditori e artigiani sandricensi, tutti contrari alla grande opera. Un esposto in cui erano stati evidenziati alcuni profili di presunta illegittimità rilevati nell’iter autorizzativo del bacino di laminazione: l’ultima carta che le amministrazioni comunali si sono giocate per tentare di bloccare l’apertura del cantiere. Il verdetto è atteso tra circa due mesi e, nonostante non sia ancora detta l’ultima parola, la sindaca sandricense Marica Rigon, commentando la dichiarazione di Bottacin, sembrerebbe essersi già rassegnata a ciò che pare inevitabile.

«Pur comprendendo la necessità di mettere in sicurezza alcuni territori dai rischi delle alluvioni, abbiamo sempre segnalato alla Regione come l’invaso su Breganze-Sandrigo avrebbe rappresentato un grosso pericolo per il territorio di Sandrigo e per le attività produttive insediate nelle vicinanze dell’opera», ribadisce la prima cittadina. «La nostra è sempre stata una seria e motivata preoccupazione per le ricadute negative del bacino sul nostro Comune, determinate in particolare dalla morfologia del territorio, dal dislivello del suolo e dalla presenza di una discarica in zona. Anche se l’opera non è di competenza del Comune di Sandrigo, è dovere e responsabilità di un’amministrazione intervenire e segnalare situazioni di criticità per i propri cittadini nonché i possibili danni che potrebbero loro derivare, e noi lo abbiamo fatto in modo deciso».

Premesse che introducono l’amara verità, almeno per i tre Comuni. «Proprio grazie a un intervento costruttivo delle amministrazioni comunali, i lavori della prima fase, ovvero del bacino nel territorio di Breganze, inizieranno sulla scorta di un progetto quantomeno migliorato, che tiene in considerazione le problematiche che abbiamo evidenziato e che ha recepito le nostre proposte», dice Rigon. «Auspichiamo che la seconda fase non riguardi Sandrigo, ma che si pensi a un invaso più a monte con una utilità specifica anche per i periodi di siccità». 

Speranza che pare trovare almeno in parte conferma tra quanto dichiarato pochi giorni fa dall’assessore regionale Bottacin: «Inoltre è previsto un bacino di laminazione a Torri di Quartesolo e anche il bacino di Meda. A questo proposito, si sta interloquendo con il territorio, da cui ci è arrivata una soluzione alternativa che stiamo esaminando».

Marco Billo

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