Da Thiene a Lampedusa a bordo di due ultraleggeri per poi sorvolare il Mediterraneo fino alla Tunisia: è la nuova impresa messa a segno da Sergio Bassan, 67 anni, imprenditore di Costabissara, in compagnia del figlio Alberto, di 32 anni. Dopo aver raggiunto Pantelleria nel 2019 e quasi dieci anni prima l’Imperial war museum di Duxford, il più importante museo aeronautico britannico a 150 chilometri a nord di Londra, i vicentini, iscritti all’aeroclub thienese Ferrarin, hanno da pochi giorni affrontato 3 mila chilometri, tra andata e ritorno, arrivando a sorvolare l’Africa.
Il sorvolo
«Un viaggio affascinante con una prima parte lungo la costa adriatica e poi la Puglia, la Calabria e infine la Sicilia. Per raggiungere Lampedusa sono state necessarie circa 8 ore e mezza di volo», racconta Bassan, che ha toccato l’isola in mezzo al Mediterraneo con il figlio, e una coppia di passeggeri, a bordo di due biposti Tecnam P92.
«Poi io e Alberto, in uno dei due velivoli, abbiamo affrontato un’altra ora e mezza per arrivare a sorvolare la città di Monastir in Tunisia e “battere le ali” sopra il continente africano. Attraversare le Alpi per atterrare in Inghilterra è stata un’avventura impegnativa, soprattutto al ritorno quando siamo stati costretti a sfidare i temporali, ma anche volare fino in Africa non è una cosa scontata: sono 320 chilometri di mare, tra andata e ritorno, dove non c’è un prato su cui poter atterrare, ma solo un’enorme distesa d’acqua».
Il rientro
Anche il rientro da Lampedusa alla provincia berica non è stato dei più facili. «C’era una visibilità pessima che ha imposto un’andatura a bassa velocità e la foschia non ci permetteva di avere riferimenti. L’impossibilità di vedere l’orizzonte viene chiamata disorientamento spaziale e, in questa situazione, si deve viaggiare basandosi solo sulla strumentazione».
Ospitalità
Dopo nove ore di volo, e varie tappe lungo lo Stivale, i due monomotori sono finalmente atterrati sulla pista erbosa del Ferrarin. «Questo viaggio ha anche mostrato e messo in evidenza la straordinaria accoglienza che contraddistingue la gente che vola. Ci siamo fermati per i rifornimenti in varie aviosuperfici, che in tutta Italia sono circa 700 in totale, dove il senso di ospitalità è sempre stato incredibile», aggiunge Bassan.
«Giri come questi non sono usuali o nella norma per aerei simili: solitamente si affrontano voli da due ore per andare in montagna o al Lido di Venezia. Allo stesso tempo non siamo gli unici a percorrere lunghe distanze. Un amico, ad esempio, mi ha già proposto un viaggio fino a Capo Nord che potrebbe diventare la nuova meta da raggiungere e la sfida da affrontare nel 2024».