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Il caso

Fa la comparsa in una fiction e per 78 euro rischia di perdere la pensione

Il pensionato aveva partecipato ad una sola scena girata in un set a Thiene e ha fatto ricorso. Ora l'Inps restituirà i soldi
Alcune riprese della serie tv “Luce dei tuoi occhi” (estranea alla vicenda). Foto Archivio
Alcune riprese della serie tv “Luce dei tuoi occhi” (estranea alla vicenda). Foto Archivio
Alcune riprese della serie tv “Luce dei tuoi occhi” (estranea alla vicenda). Foto Archivio
Alcune riprese della serie tv “Luce dei tuoi occhi” (estranea alla vicenda). Foto Archivio

La comparsata sul set avrebbe potuto portare a conseguenze particolarmente “salate” per un pensionato residente in provincia di Vicenza. Nel novembre del 2020 il vicentino, all’epoca 63 anni, già beneficiario di “Quota 100”, si era dilettato per qualche ora a fare la comparsa durante le riprese di una puntata della fiction “Luce dei tuoi occhi”, girata a Thiene, percependo un compenso lordo di 78 euro. Una somma irrisoria se paragonata ai quasi 24 mila euro richiesti dall’Inps tramite un provvedimento per il recupero della pensione, ritenuta indebitamente percepita proprio per questa prestazione, con relative trattenute mensili.

Rischia di perdere la pensione per 78 euro percepiti sul set di una fiction a Thiene

Per l’istituto previdenziale, infatti, la fattispecie rilevata sarebbe stata quella della violazione del divieto di cumulo di pensione e reddito da lavoro dipendente imposto dal legislatore a chi ha usufruito di “Quota 100”. Un divieto giustificato dal regime di pensionamento anticipato e che si pone l’obiettivo di garantire un’effettiva uscita dal mondo del lavoro dei pensionati, al fine di sostenere il ricambio generazionale.

Il ricorso del pensionato vicentino 

L’interpretazione dell’ente, che ha provveduto a recuperare la somma mediante trattenute, ha spinto il vicentino, assistito dagli avvocati Alberto Righi e Paola Piccoli dello studio legale Vis di Vicenza, a presentare un ricorso al tribunale del capoluogo berico. Per il ricorrente non si era chiaramente trattato di un rapporto lavorativo subordinato e l’esperienza di comparire in una serie tv come passante, in un’unica scena girata in un solo giorno, non determina un reinserimento nel mondo del lavoro e tanto meno un danno al sistema di ricambio generazionale.

Il giudice: «La prestazione non può costituire reddito da lavoro dipendente»

A risolvere la controversia è stata la recente sentenza del giudice del lavoro il quale ha ritenuto che la prestazione resa dal vicentino «non può costituire reddito da lavoro dipendente incompatibile con la pensione “Quota 100”, nonostante la formale qualificazione del contratto sottoscritto» e che «un’interpretazione conforme alla ratio della norma impone dunque di considerare compatibili con l’erogazione della pensione “Quota 100” redditi di irrisorio importo derivanti da prestazioni del tutto isolate, aventi carattere di specialità tali da differenziarle sostanzialmente dal tipico rapporto di lavoro subordinato».

L'Inps condannato al pagamento delle somme trattenute

Il tribunale di Vicenza si è quindi pronunciato, per la prima volta, su un caso tutt’altro che isolato e con diversi precedenti in Italia: ha accolto il ricorso, accertando il diritto del ricorrente al pagamento della pensione nel periodo incluso tra il primo gennaio 2020 e il 31 marzo 2021, e condannato l’Inps al pagamento delle somme trattenute, oltre alla maggiore quota relativa agli interessi e alla rivalutazione.

Marco Billo

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