«Doveva essere la sua ultima giornata come scorta tecnica nelle gare di ciclismo. Domenica mattina, prima di partire per Sovizzo dove si teneva la "Piccola Sanremo", aveva detto a me e a mia mamma che avrebbe smesso di dedicarsi a questa forma di volontariato per rivolgere tutte le sue energie alla famiglia». Un segno, forse un presentimento, o forse solo la voglia di passare più tempo con la moglie e i figli.
Qualcosa aveva spinto Claudio Zambon, 65 anni, di Thiene, dove abitava in via Puccini, a salutare così la sua famiglia prima di andare alla gara ciclistica. «Comunque l'altra mattina papà non stava bene, era molto stanco, e penso che fosse il segno di qualcosa che non andava. I medici, infatti, ci hanno detto che ha avuto un'occlusione delle coronarie, fattore determinante di quel malore che poi lo ha poi portato alla morte», ha spiegato il figlio Alessio.
La tragedia alla Piccola Sanremo
Zambon era una delle motostaffette che, domenica, precedeva i ciclisti alla manifestazione sportiva che si correva sulle colline di Sovizzo. Ed è stato attorno alle 16.10, lungo la strada verso Gambugliano che, all'improvviso, il pensionato ha perso il controllo della due ruote, mentre "scortava" i ciclisti, ed è uscito di strada finendo contro un palo in legno della linea elettrica. Vano ogni tentativo di rianimarlo da parte degli operatori sanitari in servizio durante la manifestazione. Per lui non c'è stato nulla da fare.

Zambon, che nella vita aveva lavorato come imbianchino per molti anni e poi come sorvegliante notturno all'Engim di Tonezza, era scorta tecnica dell'Asd Gruppo ciclistico Noventana, del quale faceva parte da 7 anni. «Claudio era una persona molto disponibile, rispettosa, allegra, un grande appassionato di moto - ha detto il caposcorta Francesco Primon -. Quando abbiamo appreso della sua scomparsa siamo rimasti tutti attoniti e senza parole perché il nostro è un gruppo molto affiatato. A nome della squadra faccio le più sentite condoglianze alla moglie Patrizia Favretto e ai due figli Alessio e Marco».
Il dolore del figlio Alessio
«Mio padre - ha raccontato proprio Alessio, trattenendo le lacrime - era una persona molto buona, di valori che credeva nella famiglia, nelle amicizie, nell'onestà: io con lui non ho mai litigato. Era un uomo di compagnia, con la battuta sempre pronta. Aveva una gran voglia di vivere e questo è quello che mi porterò dentro per sempre di lui. Con mia grande fortuna me lo sono vissuto fino all'ultimo, da poco avevamo fatto un giro in moto e la settimana scorsa eravamo andati sull'Astico a giocare col cane. Sono ricordi che mi porterò nel cuore. La moto, come la montagna, era la sua passione. Il ricordo di lui in moto rimarrà presente in famiglia: su quella due ruote abbiamo fatto molti viaggi. La moto era il mezzo che costituiva il legame con noi figli e con la mamma, la quale pur nel grande dolore si sta dimostrando molto forte e sta dando conforto non solo a noi, ma pure a parenti e vicini».
Il cordoglio del sindaco di Thiene
La tragedia ha colpito anche il sindaco di Thiene Giampi Michelusi: «Sono molto addolorato per il dramma in cui ha perso la vita Claudio ed esprimo ai famigliari il sentito cordoglio della città. Gli eventi sportivi sono quanto di più bello si possa vivere, lo sport è energia, passione, divertimento. Zambon, con il suo impegno di volontariato, lo sapeva bene e faceva parte di questo mondo che ora lo piange con grande tristezza».