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La storia

Marta, l'architetto che "sussurra" alle rondini

La 46enne thienese ha trasformato il suo amore per gli animali in una missione: salvare i piccoli di rondini, rondoni e balestrucci che cadono dai nidi
Marta Bettanin mentre sta per liberare un uccellino
Marta Bettanin mentre sta per liberare un uccellino
Marta Bettanin mentre sta per liberare un uccellino
Marta Bettanin mentre sta per liberare un uccellino

Architetto con doppia laurea, una anche sulle scienze e tecniche del teatro, e un grande amore per gli animali. Un amore che si è trasformato in una vera e propria missione di vita, quella di salvare da morte sicura i piccoli uccelli che vivono sui nostri tetti, in particolare rondini, rondoni e balestrucci. Quelli che, ancora piccoli, cadono dai tetti e diventano preda di animali o muoiono di fame.

Chi è Marta Bettanin, socia Lipu e amica delle rondini

Marta Bettanin, 46 anni, di Thiene, socia della Lipu, non si accontenta di salvarli, ma li scheda, li fotografa e li ritrae con dei bellissimi acquerelli che mettono in luce la sua vena artistica. «Creo delle schede digitali e, per la mia "deformazione professionale" di architetto, mi ingegno di continuo per perfezionare il loro alloggio. In virtù del mio spirito artistico mi incanto ad ammirare la bellezza delle loro forme e provo un irrefrenabile impulso a coglierne l'essenza con matite e acquerelli: realizzo molti schizzi istantanei, più "poetici" che scientifici, segno di un sentire profondo, oltre la mera esigenza rappresentativa o di analitica schedatura. Do' loro anche dei nomi. Generalmente se li trovo attribuisco a questi esserini il nome del Santo del giorno, mentre quando mi vengono portati da altre persone il loro nome è quello dell'anima pia che ha avuto il buon cuore di questo gesto», spiega Marta Bettanin.

La storia dei suoi "salvataggi" 

È iniziata un rovente 22 giugno del 2017, giorno di San Paolino di Nola, quando Marta trovò nel suo giardino un minuscolo esserino rosa col becco, completamente implume e con gli occhi ancora chiusi. «Era un pullo di rondone, caduto dal nido sotto i coppi della casa dei miei vicini. Fui colta dallo smarrimento, non sapevo cosa fare, non avevo alcuna esperienza di rondoni così piccoli. Lo raccolsi delicatamente nel palmo della mano e gli diedi un nome: Paolino. Determinata a salvarlo a tutti i costi senza improvvisare cure "fai da te", decisi di consultare dei professionisti e mi diedero degli ottimi consigli, mi salvai sul computer i link, stampai e studiai con attenzione e interesse tutto il materiale, mi guardai utilissimi video. Inoltre presi informazioni sui veterinari che avrebbero potuto aiutarmi e fu così che conobbi lo studio veterinario associato Ciotti, Dal Bosco, Fazio, Nicolussi di Thiene che divenne un rassicurante punto di riferimento. Giorno dopo giorno imparavo sempre più cose per far crescere al meglio il piccolo rondone. Un problema che dovetti affrontare e risolvere sin dai primi giorni fu quello dell'alimentazione: l'unico alimento che si può dare ai rondoni sono i grilli, pena farli morire o farli crescere con serie problematiche fisiche».

Il primo rondoncino, Paolino

«Leggevo come sia importante che siano posizionati in un luogo dove possano mantenere un contatto con il mondo esterno. Ritenni quindi utile collocare la scatola (aperta in alto) del mio rondone su una cassettiera sotto un ampio lucernario. Mi rallegrai quando vidi Paolino che all'alba e al tramonto alzava e ruotava fisso la testina verso quel lembo di cielo a osservare i suoi fratelli rondoni danzare festosi nel cielo. Da qui mi venne l'idea di registrare il canto dei rondoni adulti durante le loro danze e farlo ascoltare al mio rondoncino in vari momenti della giornata. Una sorta di educazione sonora che avrebbe alleviato la sua solitudine di "rondone unico". In seguito, quando iniziai ad avere nidiate numerose da accudire, registravo anche tutti gli acuti stridii che emettevano durante i pasti e aggiungevo questi audio alla mia playlist didattica. Il 4 agosto, dopo 44 giorni, il rondone manifestò chiari segnali di essere pronto per prendere il volo. E cosi avvenne».

Dopo Paolino Marta ha salvato molte altre creature cadute dai nidi per svariate cause (accidentali, restauri di tetti, caldo eccessivo): alcuni li ha trovati, altri le sono stati portati da amici, da volontari della Lipu o Enpa, dai veterinari. Oltre ai rondoni, si è presa cura di rondini, balestrucci, passeri e un colombo, in tutto 28 esserini che avevano estremamente bisogno di aiuto.

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