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Zanè

La foto degli sposini in terrazzo salva la casa dalla demolizione

L’immagine dimostra che al tempo il piano superiore esisteva già e non c’è stato abuso. Battaglia vinta al Tar

Una foto del matrimonio salva la casa. Quell’immagine, con gli sposini che si affacciano dal terrazzo, ha infatti dimostrato con altre prove che la loro abitazione aveva due piani già negli anni Sessanta, e che quindi l’abuso edilizio supposto dal Comune risaliva a quando non c’era ancora un regolamento sul tema da parte del municipio.

La sentenza del Tar ferma la demolizione

È quanto ha stabilito il Tar, che con la seconda sezione presieduta da Flaim ha accolto il ricorso presentato da una famiglia contro la decisione del Comune, che le aveva intimato di demolire un piano dell’abitazione oltre ad una tettoia, garage e servizi igienici. Il municipio di Zanè è stato condannato a pagare 3 mila euro di spese legali.
Se i provvedimenti impugnati, e ora annullati, risalivano all’ottobre 2022, i fatti discussi davanti ai giudici amministrativi invece erano avvenuti diversi decenni fa, negli anni del boom economico. La famiglia Dalla Via-Carretta (che in aula era tutelata dalle avv. Miria Fattambrini e Isabella Petracin) era accusata di aver sopraelevato in maniera illecita il fabbricato residenziale, e di aver realizzato degli annessi troppo vicini ad una roggia.

Alcuni annessi risalivano addirittura al 1850

La famiglia si è difesa dimostrando che «gli annessi pertinenziali ad immobili risalenti addirittura al 1850 e ristrutturati nel 1935, nella loro attuale conformazione sono stati realizzati in epoca anteriore al 1964 anno di adozione del regolamento edilizio da parte del Comune)». Il garage risulta ristrutturato nel 1962, e quindi esisteva già ben prima; l’atto notarile di compravendita «fa risalire la costruzione a periodo anteriore al 1967». Non solo: da un nulla osta del 1962 «si evince che l’immobile risultava avere già due piani», e nella famosa foto dell’aprile 1968, quella del matrimonio, «gli sposi si affacciano sul terrazzino che appare costruito già da tempo». Di qui, nessun abuso: non c’era il regolamento. Ancora, la cosiddetta “roggia di Thiene” non è un torrente, non c’è negli Elenchi delle acque pubbliche. Pertanto, anche in questo caso non c’è alcuna violazione. Casa salva.

Diego Neri

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