«Di diciassette ibis presenti in Italia in questi giorni, due esemplari sono stati uccisi dalla caccia illegale». È il messaggio di allarme lanciato dai ricercatori del Waldrappteam, il progetto internazionale finanziato dall’Unione europea il cui scopo è reintrodurre in Europa gli ibis eremita, una delle specie di uccelli a maggior rischio di estinzione a livello mondiale. In poco più di un mese i bracconieri hanno ucciso Kato, impallinato ad inizio settembre in provincia di Grosseto, e una settimana fa hanno colpito a morte Tara a Montecchio Precalcino che era un esemplare di 5 anni, ormai esperto nel seguire la rotta migratoria che porta gli ibis nati in Austria a svernare all’oasi Wwf di Orbetello, in Toscana - afferma Francesco Costa, il delegato Lipu della sezione di Vicenza - Un percorso che aveva imparato seguendo, nel 2013, il deltaplano a motore guidato da un membro dell'associazione austriaca capofila di questo pionieristico progetto. Due uccisioni su 17 ibis presenti nel territorio italiano sono una percentuale altissima».
L’ibis, per dimensione e forma, ha un aspetto inconfondibile. «Non può essere scambiato - aggiunge - per altre specie cacciabili. Il Gps blu sulla schiena, inoltre, è ben visibile. Chi ha colpito Tara, quindi, sapeva che stava compiendo qualcosa di vietato». L’esemplare maschio è stato trovato morto in una roggia in località Brugiane a Levà di Montecchio Precalcino. Gli esami veterinari hanno evidenziato la presenza all’interno del corpo sia di pallini, riconducibili a un colpo di fucile, che di un proiettile si pensa sparato da un’arma ad aria compressa.M.B.