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Il caso

Fattorino licenziato, pioggia di solidarietà. Decine di offerte di lavoro al giovane

Centinaia i messaggi per Marco Santacatterina: ha perso il lavoro dopo aver chiesto un permesso per andare in Romagna. Mistero sul nome della pizzeria
Marco Santacatterina si era recato ad aiutare le popolazioni colpite dall’alluvione in Romagna
Marco Santacatterina si era recato ad aiutare le popolazioni colpite dall’alluvione in Romagna
Marco Santacatterina si era recato ad aiutare le popolazioni colpite dall’alluvione in Romagna
Marco Santacatterina si era recato ad aiutare le popolazioni colpite dall’alluvione in Romagna

“Siamo tutti con Marco”. Cresce ed è inarrestabile la solidarietà al rider Marco Santacatterina, da giorni al centro di un caso mediatico che lo ha di fatto reso famoso in tutta Italia. Decine le offerte di lavoro che gli stanno arrivando dal territorio vicentino, e non solo. Diverse aziende hanno contattato direttamente il nostro Giornale, non essendo il ragazzo presente sui social, chiedendoci di fare da tramite con lui. 

Le proposte di lavoro per il rider Marco Santacatterina

«Ho un’azienda che produce pane surgelato e stiamo cercando personale: vorremmo fare un colloquio a Marco», ci scrive l’azienda Pane - Forno italiano srl di Castelnovo di Isola Vicentina. «Ci piacerebbe proporgli un impiego come addetto alle vendite nel nostro negozio di Vicenza, anche come lavoratore studente - ci spiega Elisa Caminotto, recruiter per l’azienda Nespresso -. Condividiamo appieno i valori che hanno spinto il giovane a partire come volontario per l’Emilia Romagna». 

Centinaia di messaggi di affetto e vicinanza per il fattorino di Marano

Centinaia poi i messaggi di affetto e vicinanza da parte di amici, conoscenti, amministratori o semplici lettori. Ieri anche l’Anpi, per mezzo del presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo e di quello vicentino Danilo Andriollo, ha voluto essergli vicina: «Esprimiamo profonda vicinanza, sostegno e affetto a Marco Santacatterina. Nel Paese della Costituzione, e dunque della solidarietà e della tutela dei diritti, un ragazzo che, dopo aver avvisato il titolare del suo posto di lavoro, parte per andare a spalare il fango a favore di persone travolte da una disastrosa alluvione, dovrebbe essere considerato e additato pubblicamente come un esempio. Permettersi invece di licenziarlo è un atto di barbarie che offende tutta l’Italia e le sue radici di democrazia e umanità». 

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Mistero sul nome della pizzeria

Certamente il giovane studente universitario di Marano, da marzo impiegato come fattorino in una pizzeria di Thiene con un contratto a chiamata, non si aspettava tutta questa attenzione. Va comunque precisato che non avendo rivelato il nome del titolare della pizzeria, manca nella storia un tassello fondamentale per la ricostruzione dei fatti. Non c’è insomma la controparte che può dare la sua versione. Controparte che, non essendo stata tirata in ballo potrebbe anche decidere di non farsi sentire. O che al contrario potrebbe affidarsi ad un avvocato per fornire una ricostruzione diversa. Santacatterina, tutelato dall’avv. Deborah Squarzon, ha sempre precisato di non cercare la vendetta, anche se la reazione del titolare, a suo dire, era stata forte.

La storia di Santacatterina, volontario in Emila Romagna

Quando nei giorni scorsi ha deciso di rendere pubblica la sua storia, lo ha fatto solo per far comprendere alle persone che un gesto d’aiuto nel momento del bisogno vale più dei soldi. «Sono rimasto impressionato dalle tragiche immagini dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna - aveva raccontato il ragazzo - perché mi hanno ricordato quanto accaduto a Vicenza nel 2011, quando avevo solo 12 anni. Ho così inviato un messaggio al mio titolare informandolo che mi sarei preso il fine settimana per recarmi a Cesena come volontario spalatore».
La risposta che tuttavia ha ricevuto non è stata quella che si aspettava. «Mi ha offeso dicendomi che sono un buffone e poi mi ha liquidato - ha affermato Santacatterina -. Quando il venerdì mi sono presentato regolarmente in pizzeria per il mio turno, mi è stato detto di andarmene perché non c’era più bisogno di me». «Io comunque non cerco vendetta, non voglio fargliela pagare - ha sempre precisato il ragazzo che avrebbe potuto fare causa per ingiurie al titolare -. Sono felice della decisione che ho preso quel giovedì, rifarei tutto di nuovo». 

 

Alessandra Dall’Igna

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