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Breganze

Benzina con carte clonate. Truffatori presi, ma non vengono arrestati

I carabinieri avevano bloccato due giovani in flagranza, ma i giudici non hanno convalidato l'arresto
La coppia avrebbe fatto il pieno utilizzando tessere clonate: i carabinieri ne avevano sequestrate 18 in un blitz
La coppia avrebbe fatto il pieno utilizzando tessere clonate: i carabinieri ne avevano sequestrate 18 in un blitz
La coppia avrebbe fatto il pieno utilizzando tessere clonate: i carabinieri ne avevano sequestrate 18 in un blitz
La coppia avrebbe fatto il pieno utilizzando tessere clonate: i carabinieri ne avevano sequestrate 18 in un blitz

Erano stati arrestati in flagranza dai carabinieri, mentre facevano rifornimento di benzina con una carta clonata; ma non meritano le manette. Lo ha stabilito la Cassazione, che ha respinto il ricorso della procura generale per conto di quella di Vicenza. Pertanto, l’indagine a carico dei cittadini serbi Dusan Osmanovic, 21 anni, e Ilija Drakulic, suo coetaneo, proseguirà con i due giovani in libertà.

Fanno benzina con una carta clonata ma non meritano le manette

I fatti risalgono all’autunno scorso e sono avvenuti a Breganze. I primi di novembre, ai carabinieri era giunta la segnalazione che alcune persone effettuavano ingenti rifornimenti di benzina e gasolio, generalmente in pausa pranzo o comunque quando il distributore era aperto solamente in modalità self service, di modo da sfuggire ai controlli del personale; i prelievi venivano pagati con carte di credito intestate a diverse società, che non avrebbero riconosciuto quelle spese.

Una delle pompe di servizio usata era l’Eni di via Chizzalunga a Mirabella di Breganze. I militari avevano a quel punto acquisito le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza, individuando almeno un paio di giovani ma soprattutto scoprendo che arrivavano sempre a bordo dello stesso furgone. Il 6 novembre in due avevano compiuto 3 rifornimenti, per importi significativi; ad agire persone diverse rispetto a quelle immortalate nei video dei giorni precedenti. 

Le indagini dei carabinieri

Il 7 novembre, nel corso di un controllo, i carabinieri della stazione di Breganze avevano visto il furgone in sosta all’Eni e si erano avvicinati. Osmanovic e Drakulic stavano riempendo una tanica; erano stati perquisiti dai militari che li avevano trovati in possesso di 18 diverse card, che il primo nascondeva negli slip. Le tessere non erano marcate Eni, erano numerate a penna e su un foglietto era stato annotato per ciascuna il codice segreto. Quella usata quel giorno era intestata ad una ditta bresciana; i carabinieri avevano contattato il titolare, che aveva spiegato che le sue tessere carburante ce le aveva tutte in azienda. A quel punto, sentito il magistrato di turno, i carabinieri avevano arrestato i due serbi per utilizzo indebito di carte di credito.

L'arresto dei due truffatori non è stato convalidato dal giudice

Il giudice vicentino, però, non ha convalidato l’arresto: ha ritenuto che il reato da contestare fosse la frode informatica, e non l’indebito utilizzo, perché tutte le tessere sequestrate al giovane erano clonate. E il nuovo reato, a meno che non sia aggravato (e lo è quando prevede un trasferimento di danaro), non prevede le manette. Pertanto, i due indagati sono tornati subito in libertà.

La procura berica però ha ritenuta non corretta la decisione, ed ha proposto ricorso per Cassazione, supportata dalla procura generale. Ma la seconda sezione penale, presieduta da Petruzzellis, ha invece respinto il ricorso, ritenendo che le argomentazioni del giudice fossero giuridicamente ineccepibili. L’arresto non è da convalidare.

Diego Neri

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