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Thiene

Alla guida ubriaco, fugge e poi minaccia i carabinieri. Imprenditore condannato

di Diego Neri
Un 55enne ritenuto responsabile di guida in stato di ebbrezza

A folle velocità (guidava a più di 120 all'ora in stato d'ebbrezza alcolica su una strada comunale), aveva superato una pattuglia dei carabinieri che, dopo averlo visto sfrecciare, si erano messi alle sue calcagna con lampeggianti e sirene accesi. L'inseguimento al titolare d'impresa Roberto Chemello, 55 anni, di Thiene, si era protratto per alcuni chilometri, impegnando due pattuglie dei militari della compagnia di Thiene. L'epilogo era stato da codice penale e di recente il giudice Molinaro lo ha condannato ad un anno di reclusione, e a 6 mesi di sospensione della patente. L'imputato, difeso dall'avv. Giuseppe Prencipe, ha goduto della sospensione della pena. Chemello è stato ritenuto responsabile di guida in stato d'ebbrezza alcolica (1,38 grammi per litro, quasi tre volte il consentito); minaccia a pubblico ufficiale per avere detto ai carabinieri che conosceva il comandante di compagnia, chiedendo un trattamento di favore; inoltre, lesioni volontarie aggravate perché chiudendo la porta della "gazzella" del 112 contro un militare gli ha causato ferite guarite in oltre due mesi. La parte offesa, tutelata dall'avv. Deborah Squarzon, era già uscita di scena.

L'inseguimento

I fatti avvennero nella serata del 6 marzo 2019 quando l'imprenditore Chemello, reduce da una cena di lavoro, in via Astico a Fara, sorpassò al volante di una Bmw X4 la pattuglia del radiomobile. L'inseguimento si concluse in via Monte Corno di Sarcedo dove Chemello avrebbe cercato di entrare in uno stabile. I carabinieri gli intimarono di fermarsi e di esibire la patente. L'automobilista era agitato; aveva bevuto, ma si era opposto all'alcoltest. In quel frangente Chemello, che di lì a qualche minuto sarebbe stato raggiunto dal fratello, aveva detto che avrebbe «chiamato Davide (Rossetti), il comandante della compagnia dei carabinieri di Thiene», sollecitando i militari a chiudere un occhio.

Per diversi minuti i carabinieri avevano chiesto all'automobilista di sottoporsi al test salendo poi a bordo per compilare gli atti. L'imputato era accusato dalla procura di essersi diretto in modo minaccioso verso l'autista spingendo la portiera blindata e colpendolo con violenza. Solo a quel punto, rendendosi conto di avere esagerato, Chemello si era tranquillizzato, sottoponendosi all'alcoltest risultando positivo, mentre il carabiniere poco prima ferito stava male.

In aula, l'imputato si è difeso contestando la ricostruzione. Per il tribunale di primo grado, però, il suo comportamento merita la condanna.

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