Trentasette anni dopo la tragedia di giovedì 13 febbraio 1986 a Dueville arriva l’attesa medaglia d’oro al merito civile per l’agente scelto Alessandro Fui. Ieri mattina la presidente del consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha appuntato l’onorificenza al petto del figlio di Fui, Andrea, durante la cerimonia per i 171 anni della polizia di Stato celebrata sulla Terrazza del Pincio a Roma. «Finalmente ci siamo. È arrivata a sorpresa per tutti», sono le parole piene di commozione del figlio che ha raggiunto la capitale con la madre Lucia Mizzon. «Dopo 37 anni, dopo tutti i sacrifici della sezione di Vicenza dell’Associazione nazionale polizia di Stato, siamo arrivati alla conclusione di questo percorso. È il raggiungimento di un traguardo, l’ultimo che mancava sia nel rispetto sia nel ricordo di papà».
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Il conflitto a fuoco
Andrea Fui aveva solo 3 anni quando il padre venne ucciso da una banda di rapinatori. «Durante un conflitto a fuoco con alcuni malviventi, intercettati sulla via di fuga, dopo una rapina a mano armata con sequestro di persona in danno dei titolari di una ditta orafa, veniva colpito mortalmente da un proiettile», recita la motivazione della medaglia. «Mirabile esempio di senso del dovere, spinto fino all’estremo sacrificio». Oltre al cippo commemorativo eretto sul luogo della tragedia in via Astichelli a Passo di Riva, restaurato dall’Anps nel 2020, nel 2019 l’allora capo della polizia Franco Gabrielli si recò a Dueville per intitolare a Fui il parco di via Monte Verena. «Iniziative importanti per la nostra famiglia, e per mantenere vivo il ricordo di mio padre e del suo sacrificio», aggiunge il figlio che lunedì ha incontrato anche il capo della polizia Lamberto Giannini e ieri sera il presidente della Repubblica. «La dedizione al bene comune che caratterizza l’azione del Corpo a rischio della vita nell’adempimento del dovere rappresenta un patrimonio e un esempio prezioso», ha scritto Sergio Mattarella nel messaggio letto a Roma. «Ai caduti e ai feriti, alle famiglie, rinnovo la vicinanza dell’intero Paese». «Di questi esempi dobbiamo fare tesoro, per rinnovare il nostro impegno verso i cittadini e affrontare con maggior slancio le sfide che le complessità dei nostri tempi ci mettono davanti», è stato l’intervento del prefetto Giannini. «Illuminati dalla luce delle stelle, i tanti colleghi caduti, a cui rivolgiamo il nostro commosso pensiero e la nostra infinita riconoscenza, rinnoviamo il nostro impegno per il benessere e la pacifica convivenza delle nostre comunità». Anche il ministro dell’interno Matteo Piantedosi ha «ricordato coloro che hanno perso la vita o hanno riportato ferite nell’adempimento del dovere, in nome dei valori e dell’etica con cui la nostra polizia esprime un autentico senso di prossimità al cittadino».
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La medaglia
Sulla tanto attesa assegnazione della medaglia d’oro all’agente scelto è intervenuto Salvatore Cosentino, presidente di Anps Vicenza, e collega di Fui negli anni ’80. «Non lo abbiamo mai dimenticato: siamo felici che sia stato reso onore alla sua memoria. Abbiamo spinto tanto per arrivare all’onorificenza – dichiara -. Una medaglia che vuole ricordare alle nuove generazioni il sacrificio di chi non c’è più e che si è sacrificato per il bene di tutta la comunità».