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Schio

Vandalismi, bulli
e guardie giurate
«Siamo in trincea»

Affollamento di studenti alla stazione degli autobus di piazzale Divisione Acqui. CUCOVAZ
Affollamento di studenti alla stazione degli autobus di piazzale Divisione Acqui. CUCOVAZ
Affollamento di studenti alla stazione degli autobus di piazzale Divisione Acqui. CUCOVAZ
Affollamento di studenti alla stazione degli autobus di piazzale Divisione Acqui. CUCOVAZ

Ora di punta all’autostazione di Schio. Gli autobus si avvicinano alle banchine strisciando a pochi centimetri dagli studenti che stanno già sciamando verso le porte ancora chiuse per assicurarsi un posto a sedere. Altri giovani arrivano in ordine sparso attraversando la strada senza badare troppo al semaforo pedonale rosso. Le auto si fermano per lasciarli passare. L’autista di un suv non ci sta: suona il clacson, si interpone al flusso di giovani e accelerando passa oltre. Sguardi scocciati lo seguono, poi la processione continua.

Un giorno di ordinario caos ferrotramviario. Un gruppo di giovani, tra cui alcune ragazze, per lo più di origine straniera, si passa un pallone nello spiazzo a fianco del bar. «Quelli sono i ragazzi che venerdì hanno dato l’assalto al bus» afferma uno dei giovani pendolari. Tutti lo sanno. Indossano felpe, berretti e pantaloni attillati. Nel ricevere un passaggio, uno di loro urta una passante. «Attento, non si spingono le persone» lo rimprovera ironicamente il suo compagno. Poi il pallone finisce sulle fioriere lì vicino e il gioco si sposta.

Dopo l’aggressione che secondo la denuncia di un conducente sarebbe avvenuta in pieno giorno proprio in piazzale Divisione Acqui ad opera di un gruppo di giovani, la società provinciale dei trasporti ha inviato un paio di guardie giurate private a presidiare l’area. «Le abbiamo viste sabato - racconta qualcuno -. Poi non più. Invece servirebbe che qualcuno, anche polizia e carabinieri, facesse quotidianamente una visita in zona». Diversi lamentano che la situazione è ormai fuori controllo a causa di un gruppo di «bulli».

«Si siedono sulle panchine a bighellonare, fumare, mangiare - racconta un frequentatore della stazione - Passare loro vicino mette a disagio. Se uno prova a dire loro qualcosa gli ridono in faccia, quasi fossero i padroni del posto». Nelle siepi lì intorno è pieno di cartacce e lattine. I tombini sono stati bloccati a terra dopo che sono stati usati per provare a fracassare i vetri del bar. «Degli studenti hanno raccontato di essere stati accerchiati e derubati del cellulare» racconta qualcun altro. E c’è chi denuncia furti di bici: «Resta solo il lucchetto tagliato».

«Nei bus ormai si sta come in trincea - racconta un autista in attesa - Dovremmo controllare che tutti abbiano il biglietto ma si fa finta di niente: se qualcuno dà di matto, rischiamo di passare dalla parte del torto». «A certe persone bisognerebbe vietare i bus» aggiunge un suo collega. «Se uno sgarra si mette la sua foto in cabina e da quel momento lo si lascia a terra» In una settimana sono stati quattro i casi di violenza sugli autobus Ftv, sfociati nel caso di venerdì dove un gruppo di giovani ha dato l’assalto alla corriera.

«Quel conducente esagera - racconta un giovanotto con un’ombra di baffi e la visiera del cappellino calata sulla fronte - Eravamo saliti solo per parlare». Mostra un dito con un taglio rimarginato. «Mi ha chiuso il finestrino sulla mano». Come? «L’avevo aperto per tenerlo fermo in modo che il mio amico potesse aprire le porte e scappare - spiega -. Aveva bloccato uno di noi nella corriera e chiamato i carabinieri».

Il giorno prima lo stesso giovane ha ammesso di aver sputato contro il vetro all’autista che lo aveva lasciato a terra, secondo lui «ingiustamente»: «E voleva anche fotografarmi». «Alcuni autisti sono razzisti - sostiene un suo amico -. Controllano i biglietti solo a noi di colore e se ci vedono alla fermata tirano dritti».

«Fanno bene a fare quello che gli pare - commenta uno studente -. Sono originario della Russia: là non si scherza, ma il servizio è ottimo. Qua la corriera è sempre in ritardo e con le leggi farlocche che ci sono uno può fare quello che vuole». Non è d’accordo invece una ragazza: «Perché io pago 500 euro all’anno e loro fanno quello che gli pare perché i conducenti hanno paura? Bisogna darci un taglio».

Elia Cucovaz

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