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Schio

Trova la bici rubata dopo due anni ma è costretta a ricomprarsela

Clara Sperotto mostra la copia della denuncia fatta subito dopo il furto (STUDIOSTELLA/CISCATO)
Clara Sperotto mostra la copia della denuncia fatta subito dopo il furto (STUDIOSTELLA/CISCATO)
Clara Sperotto mostra la copia della denuncia fatta subito dopo il furto (STUDIOSTELLA/CISCATO)
Clara Sperotto mostra la copia della denuncia fatta subito dopo il furto (STUDIOSTELLA/CISCATO)

Le rubano la bicicletta e la ritrova dopo due anni all’asta sul sito del comune di Schio. Una vicenda kafkiana quella che sta vivendo Clara Sperotto, titolare di un negozio di casalinghi in galleria Landshut, in centro città. A luglio del 2020, proprio davanti alla sua attività, le è stata sottratta la bicicletta. Con l’aiuto della telecamera di sorveglianza del bar di fronte, è riuscita ad estrapolare la scena del furto, per poter portarla alla polizia Locale e sporgere regolare denuncia.

Da allora più nulla, fino alla scorsa settimana quando il suo meccanico di fiducia ha riconosciuto il telaio della bicicletta che aveva sistemato per Clara, sul sito del Comune… all’asta. Basita, Clara apre il sito e appura che il solo telaio rimasto della sua bici, è stato messo in vendita per 40 euro. «I vigili mi avevano detto – racconta Clara – che se l’avessero trovata mi avrebbero fatto sapere. Da luglio del 2020 non ho più saputo nulla, tant’è che mi sono fatta rifare dal mio meccanico, la stessa bicicletta “sorella”». Ma la bicicletta, anche se malconcia, Clara la rivuole. «Riccardo Piazzo, il presidente del consiglio di quartiere del centro – prosegue Clara – mi ha dato una mano, ha chiamato i carabinieri, ha mandato tutta la documentazione dalla denuncia, alla fattura di acquisto e mi hanno dato appuntamento ai magazzini comunali, per lunedì mattina». Clara lunedì si presenta, ad aspettarla una pattuglia della polizia locale, che, controllato i documenti e il numero di telaio, appura che la bici è quella che le avevano rubato nel 2020. «Dai magazzini comunali – prosegue – chiamano l’ufficio economato del Comune per l’ok, ma la signorina risponde che non può essere restituita, perché è passato più di un anno, non è stata reclamata, ed ora è di proprietà del Comune. Se esiste una legge probabilmente hanno ragione, ma la legge dovrebbe essere supportata dal buon senso. Cosa dovevo fare, andare a fare un’altra denuncia? Ogni quanto? Dovevo andare ogni mese ai magazzini comunali a controllare le biciclette? Ho quindi partecipato all’asta. Mi sono fatta consegnare il modulo e l’ho portato in Comune per partecipare all’asta, con un’offerta maggiorata di 50 centesimi. Ma se anche la vincessi, non ritengo giusto pagare la mia bicicletta. È una questione morale e di principio. Razionalmente non dovevo prendermi anche questo disturbo. Ho partecipato per bloccarla intanto. Posso capire se l’avesse recuperata un privato, ma l’ha recuperato un ente pubblico». 

Una bicicletta che vale pochissimo, senza ruote e senza sella, ma che un proprietario ce l’avrebbe. «Ho già speso tanto tempo, tra fare la denuncia tenendo chiuso il negozio, il pagamento di 30 euro per farmi scaricare su una chiavetta la parte del filmato dove si vedeva chi mi aveva rubato la bici, doverla anche ricomprare non lo trovo giusto. Dicono di fare denuncia perché è importante, ma a questo punto mi chiedo perché. Mi sento dalla parte della ragione». Intanto Clara si è rivolta anche all’avvocato del Comune per cercare di far valere le sue ragioni. 

 

Rubina Tognazzi

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