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Alto Vicentino

Siccità mai vista. E i corsi d’acqua diventano foreste

Al posto dell’acqua, sul letto del torrente che scorreva a Isola Vicentina è cresciuta la vegetazione (Foto STUDIOSTELLA/CISCATO)
Al posto dell’acqua, sul letto del torrente che scorreva a Isola Vicentina è cresciuta la vegetazione (Foto STUDIOSTELLA/CISCATO)
Al posto dell’acqua, sul letto del torrente che scorreva a Isola Vicentina è cresciuta la vegetazione (Foto STUDIOSTELLA/CISCATO)
Al posto dell’acqua, sul letto del torrente che scorreva a Isola Vicentina è cresciuta la vegetazione (Foto STUDIOSTELLA/CISCATO)

Corsi d’acqua che un po’ alla volta si stanno trasformando in prati e boschi. Erba e arbusti che crescono rigogliosi tra le pietre sulle quali scorrevano limpide le acque in discesa dalle montagne. Complice la siccità, il colpo d’occhio in alcuni punti dell’Alto Vicentino è davvero impressionante: dove un tempo scorreva l’acqua, ora corre una distesa verde. Piante e boscaglia sul letto dei torrenti, con gli esemplari che dalle rive e dagli argini sono ormai scesi ad invadere l’alveo.
Si è passati dal blu dell’acqua al bianco dei sassi e delle pietre, quando i torrenti si sono asciugati a causa della siccità, per poi finire al verde della vegetazione. Una domanda, però, sorge spontanea: vista la situazione, quali potrebbero essere gli effetti di un acquazzone improvviso, con l’acqua a riversarsi repentinamente lungo il letto del corso d’acqua? E se la pioggia dovesse durare per giorni, magari per una settimana, quali potrebbero essere le conseguenze della presenza di piante ed erba nell’alveo?

A Marano la situazione non cambia dove scorreva il Timonchio
A Marano la situazione non cambia dove scorreva il Timonchio

La siccità Gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai sotto gli occhi di tutti. A tenere banco in questa torrida estate è soprattutto la siccità, la scarsità di precipitazioni che, oltre a creare gravi difficoltà per l’agricoltura e altri settori, ha ridotto fiumi, torrenti e corsi d’acqua in lunghe distese ghiaiose. L’acqua è sparita da tempo e ormai in diverse zone è stato necessario l’intervento dell’uomo per salvare i pesci che boccheggiavano nelle pozze surriscaldate dal sole, a corto di ossigeno. Effetti devastanti, per la flora e la fauna locali, che impongono un cambio di passo, prima che sia troppo tardi. Da qualche giorno, però, è possibile notare anche un altro fenomeno. Le lunghe strisce bianche osservabili dai ponti hanno iniziato, nel tempo, ad essere punteggiate dal verde della vegetazione: prima un ciuffo d’erba, poi due, quindi un arbusto, altre piante e così via. In alcuni casi, ora l’alveo non è quasi più visibile: al suo posto si trova sostanzialmente un prato che sta per trasformarsi in un bosco. È il caso ad esempio del Leogra: lo scenario osservato dal ponte di via Trento Trieste, prima della salita che conduce a Magrè, mostra in maniera evidente come l’erba abbia ormai invaso l’alveo: l’acqua, purtroppo, è solo un lontano ricordo.

Tra Marano e Malo non c’è traccia di acqua nel punto di confluenza tra Leogra e Timonchio
Tra Marano e Malo non c’è traccia di acqua nel punto di confluenza tra Leogra e Timonchio

Gli effetti Oltre al grande caldo e alla siccità, però, i cambiamenti climatici stanno portando anche ad altri fenomeni meteorologici, nella fattispecie bombe d’acqua e nubifragi che si abbattono sui territori con conseguenze spesso devastanti. Periodicamente, anche nell’Alto Vicentino, grandi quantità d’acqua si riversano a terra in tempi molto brevi, provocando danni e distruzione. Fenomeni che hanno un impatto economico rilevante, imponendo spese, anche per gli enti pubblici, per ristori e per il ripristino dei danni. Più volte è stato necessario decretare lo stato di emergenza, con i conseguenti aiuti erogati dalla Regione e dal governo centrale. Per quanti si occupano della pulizia e della manutenzione di canali e torrenti, però, l’avanzare della vegetazione non sembra rappresentare un motivo di preoccupazione. 
«Abbiamo un budget annuale con il quale eseguiamo uno o due sfalci - spiega il direttore del genio civile di Vicenza Paolo Marchetti - il prossimo intervento è previsto a settembre. In ogni caso, se dovesse arrivare una piena, la vegetazione negli alvei non dovrebbe dare grandi problemi. Piuttosto, ci aspettiamo sempre più precipitazioni improvvise e in quei casi non c’è manutenzione che tenga. Bisogna tener conto, poi, che ci sono anche varietà ambientali da preservare». «I nostri canali sono in ordine, la manutenzione è stata eseguita, se è nata qualche pianta negli alvei non c’è problema - sottolinea il presidente del consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta Silvio Parise - nei tratti di nostra competenza facciamo ogni anno gli espurghi; i lavori vengono eseguiti quando i canali non sono utilizzati per l’irrigazione. Gli sfalci iniziano alla fine di maggio». 

Matteo Carollo

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