<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Schio

La promessa dell’atletica che scelse di farsi suora

Elsa Pasquali fu una pioniera nell’atletica, stabilì il record del mondo nell’ora e sui 30 chilometri. Poi divenne suora

Mario Lanzi, il mezzofondista medagliato alle Olimpiadi di Berlino nel 1936, già direttore del centro di atletica scledense, la volle sotto le sue ali: Elsa Pasquali aveva talento, grande passione e una straordinaria resistenza. Nata nel 1941 a Schio, negli anni ’60 era una promessa dell’atletica conquistando vittorie nel mezzo fondo e nelle campestri, anche se allora per le femmine la strada era in salita, basti pensare che alle Olimpiadi di Monaco del 1972 erano 14 le discipline riservate al gentil sesso: Elsa fu una pioniera. Entrata nell’Atletica Schio nel 1965 si cimentò in una gara inedita, quella dell’ora. Conquistò il record mondiale percorrendo 15.953 chilometri. Il precedente s’era fermato intorno ai 14 detronizzando l’irlandese Anne O’Brien.

Il record sui 30 chilometri

Ma Elsa volle andare oltre, e l’anno dopo stabilì un altro record, sui 30 chilometri: li percorse sulle strade vicentine sotto una pioggia battente e fermò il cronometro a 2 ore 3’04”, un record che resistette per anni. Per la giovane si prospettava un futuro brillante e tutto faceva presagire che potesse partecipare alle Olimpiadi, nel mezzofondo o nella maratona. Anche la stampa estera si interessò a lei. La federazione cubana la invitò per una tournée, il suo nome e le sue imprese avevano fatto il giro del mondo: era stata la prima donna a cimentarsi in gare di fondo.

Nel 1970 la decisione di prendere i voti

Ma nel 1970 arrivò la “chiamata” e diventò suor Elsa, prese i voti ed entrò dai Comboniani in Francia. Una scelta che sorprese tutto il mondo sportivo. Suor Elsa volle esprimere la sua vocazione scrivendo sulla carta intestata del centro per l’atletica di Schio queste parole: «Qui Cristo mi chiamò. Sì, vengo mio Signore a correre dietro a Te. Tu sarai il mio stadio, Tu sarai la mia pista, Tu sarai il mio allenatore, Tu sarai la mia gara, Tu sarai la mia corsa, Tu sarai il mio traguardo». Il traguardo è arrivato a Roma l’8 febbraio del 2014, nel monastero della congregazione di Saint Paul De Chartes dove fu superiora al collegio universitario. Mori lo stesso giorno della scomparsa (nel 1947) di suor Giuseppina Bakhita, a 77 anni.

Paolo Terragin

Suggerimenti