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Schio

«L'inceneritore
inquina come
80 barbecue»

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Una nuvola di fumo dal termovalorizzazione. (CISCATO)
Una nuvola di fumo dal termovalorizzazione. (CISCATO)
Una nuvola di fumo dal termovalorizzazione. (CISCATO)
Una nuvola di fumo dal termovalorizzazione. (CISCATO)

SCHIO. «L'impianto di termovalorizzazione di Ca' Capretta inquina come 80 caminetti accesi per il barbecue».  Lo ha affermato in commissione sanità Ugo Pretto dell'Arpav, incaricata di studiare le emissioni dell'inceneritore.  Ebbene, dati alla mano, tutto rientra nella normalità. Infatti al presidente Marco Tolettini ed ai suoi commissari, il tecnico Arpav ha spiegato che i fumi e le emissioni nell’aria dell’impianto sono state tenute sotto osservazione per un anno e mezzo, testandole 65 volte, ben distribuite fra le varie stagioni.

 

In attesa che vengano consegnati i dati definitivi dello studio, molti particolari interessanti sono emersi. Ad esempio, i paramenti di polveri sottili (Pm 10) e pulviscoli sospesi (Pm 2.5) rientrano ampiamente nei parametri previsti. E la diossina, per fare un esempio concreto, ha dato valori dieci volte inferiori a quelli del limite consentito. Per fare inoltre un paragone calzante, Vicenza e cintura urbana, pur non avendo termovalorizzatori nel territorio, hanno indici di inquinamento da polveri ben superiori a quelle di Schio.

 

Ed ecco infine un chiarimento destinato a sfatare leggende ambientali. Come ha sottolineato Pretto, il vento sopra Ca’ Capretta spira principalmente in direzione sud e sud-est e non a nord, come qualcuno ha sempre sostenuto, finendo con lo sbattere sul Summano e poi acquartierarsi dalle parti della bassa Val Leogra. Invece va verso Marano, Zanè e Thiene semmai.

 

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