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L'imprenditore

L’“altro” Alessandro Rossi: pioniere del modellismo ferroviario

Discendente dell’industriale laniero, diede vita alla prima azienda italiana dedicata alla produzione di treni giocattolo
Alcuni esemplari prodotti dalla Rivarossi, specializzata nella miniatura elettroferroviaria. Nel riquadro Alessandro Rossi nel 1977 FOTO PER GENTILE CONCESSIONE DI GIORGIO GIULIANI
Alcuni esemplari prodotti dalla Rivarossi, specializzata nella miniatura elettroferroviaria. Nel riquadro Alessandro Rossi nel 1977 FOTO PER GENTILE CONCESSIONE DI GIORGIO GIULIANI
Alcuni esemplari prodotti dalla Rivarossi, specializzata nella miniatura elettroferroviaria. Nel riquadro Alessandro Rossi nel 1977 FOTO PER GENTILE CONCESSIONE DI GIORGIO GIULIANI
Alcuni esemplari prodotti dalla Rivarossi, specializzata nella miniatura elettroferroviaria. Nel riquadro Alessandro Rossi nel 1977 FOTO PER GENTILE CONCESSIONE DI GIORGIO GIULIANI

Quando si parla di Alessandro Rossi si pensa subito all’industriale, politico e filantropo che nel diciannovesimo secolo trasformò l’azienda di famiglia in un colosso dell’industria laniera, il Lanificio Rossi, e fu fautore di importanti opere civiche nella città di Schio. 
Nel corso della storia c’è stato anche un altro Alessandro Rossi, suo nipote, che portava lo stesso nome e fondò a Como nel 1945 una delle aziende più importanti d’Italia nella produzione di giocattoli per modellismo ferroviario, la Rivarossi.

La storia della Rivarossi

La storia della Rivarossi è stata ricostruita minuziosamente da Giorgio Giuliani, laureato in storia contemporanea con una tesi sull’azienda poi trasformata in un libro dal titolo “Rivarossi. I treni, la storia, i protagonisti attraverso sessant’anni di modelli ferroviari”.
Figlio di Francesco “Franco” Rossi e della comasca Maria “Mery” Baragiola, Alessandro Rossi nacque a Schio nel 1921. Da bambino vedeva giocare i familiari a puzzle, all’epoca il gioco arrivava dall’Inghilterra, e forse anche per questo si accesero in lui l’interesse e la passione per la composizione di piccoli elementi, magari poco significativi se presi in sé, ma capaci di dare vita a figure affascinanti. 

Il primo treno di latta a molla

Durante la sua fanciullezza, poi, ebbe come regalo un treno di latta a molla, e con una scatola di fiammiferi ne costruì la stazione. Quel modellino per lui fu come una folgorazione e dal quel momento ad ogni Natale chiedeva proprio un trenino in regalo. Negli anni Venti e Trenta del secolo scorso i giocattoli erano ben diversi da quelli di adesso; uno dei più diffusi era il Meccano creato dall’inglese Frank Hornby, un prodotto composto da viti, parti meccaniche e parti elettriche per la produzione di modellini. I primi trenini posseduti da Alessandro Rossi furono proprio quelli Meccano-Hornby. 

Il padre vista la passione del figlio sottoscrisse un abbonamento alla rivista Meccano, magazine che usciva in lingua inglese e francese così il giovane Alessandro imparò l’inglese e apprese i nomi della tecnologia dei modellini. 

Negli anni seguenti si trasferì a Como, dove sposò nel 1943 Teresa Dubini proveniente da una facoltosa famiglia milanese. Nel regno d’Italia si combatteva la seconda guerra mondiale e negli ultimi anni di conflitto Alessandro Rossi fu internato militare in Svizzera e avviato al campo di lavoro di Mürren. Qualche tempo dopo lo raggiunse la moglie. Proprio nel paese elvetico cominciò a realizzare dei prodotti artigianali, dei giocattoli per bambini e a dipingere dei galletti di legno. Successivamente il gallo sarebbe diventato il primo stemma aziendale. 

La laurea in ingegneria

In quel tempo Rossi divenuto ingegnere dopo aver completato gli studi al Politecnico di Milano, produsse dei modellini di motoscafo con annessi motorini elettrici, alcuni dei quali venduti all’importante negozio di giocattoli Franz Carl Weber di Zurigo. La guerra era finita e Rossi e la moglie tornarono a Como, loro città di residenza. Fu alla fine del 1945 che Alessandro Rossi entrò nella società A.S.A, azienda che produceva apparecchi e strumenti aeronautici, i cui soci fondatori erano Alberto Lanza, Antonio Riva e Giuseppe Lampugnani.

In breve tempo Lampugnani e Lanza cedettero le proprie quote alle mogli di Rossi e Riva, e fu così che nacque la Rivarossi Officine Miniature elettroferroviarie, società in accomandita semplice di A.Rossi e A.Riva. Lo scopo dell’azienda era di fabbricare giocattoli scientifici, modellini in miniatura e lavorazioni meccaniche di precisione; era la prima volta che una fabbrica italiana si cimentava nella produzione di modellini ferroviari. 

Il primo modellino fu prodotto nel 1946

La lungimiranza del duo fu vincente in quanto in breve tempo la Rivarossi cominciò ad essere conosciuta in Italia e nel resto del mondo. Il primo modellino di treno prodotto fu nel 1946 AE 2002, detto anche dagli appassionati Varesina, che s’ispirava alle automotrici delle Ferrovie Nord di Milano.

L’azienda cominciò anche importanti campagne di marketing e negli anni Sessanta fu artefice del concorso Topolino Rivarossi inserito all’interno del fumetto. Per anni Rivarossi tenne il primato italiano come produttrice di modellismo ferroviario, seguita dalla Lima di Vicenza e dalla Pocher di Torino. Nel 2004 l’azienda passò al gruppo inglese Hornby International, fondato proprio da Hornby che con il suo Meccano aveva ispirato il giovane Alessandro Rossi. 

Alessandro Rossi morì a Cortina nel 2010 lasciando il ricordo di un pioniere nel modellismo italiano, arrivando a gareggiare con colossi mondiali per far conoscere il proprio marchio.

Alessandro Lancelotti

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