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Il caso

Pedemonte, il consiglio comunale si appella a Zaia: «Noi ci sentiamo trentini»

di Giovanni M. Filosofo
Approvata all'unanimità una delibera che richiede al governatore di rilasciare un parere favorevole al ritorno a Trento

Pedemonte non demorde dalla volontà di tornare in Trentino. Anzi, pur nell’imminenza delle elezioni amministrative, affonda i colpi, chiamando in causa la Regione. Ora, infatti, dovrà essere il presidente, Luca Zaia, a “rilasciare una dichiarazione di principio consensuale”, o “parere”, favorevole al ritorno di Pedemonte in seno alla Provincia d’origine.

Si chiede di dare seguito al referendum del 2008

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Lo chiede il consiglio comunale che, all’unanimità, ha votato una delibera che sollecita Zaia a dare finalmente seguito all’esito del referendum del 2008, quando la popolazione di Pedemonte, compresa quella dell’ex Comune di Casotto, votò il passaggio alla regione autonoma Trentino Alto Adige, da cui era stata staccata, con atto ritenuto “d’imperio”, contro la volontà popolare, nel 1929, aggregandola al Veneto e alla provincia di Vicenza. Già nel 2012, ricorda la delibera “il Consiglio regionale veneto aveva impegnato la Giunta ad intervenire con il parlamento, per procedere, come stabilito dall’articolo 132 della Costituzione, all’esame e all’approvazione di una legge che definisca il passaggio ad altra regione dei Comuni, accogliendo così la richiesta delle popolazioni locali”. Cosa mai fatta. Di qui la richiesta, rivolta al governatore.

A sostegno della causa anche motivazioni "religiose"

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A sostegno della domanda, il Comune ha ribadito i punti cardine di una storia secolare: in merito alle relazioni religiose e civili di Pedemonte col Trentino, l’appartenenza a quella arcidiocesi fin dal 1965; l’amministrazione del territorio, sotto il profilo catastale, per mezzo del Libro fondiario, di chiara derivazione austriaca, mantenuto in vigore dalla Provincia di Trento che, a proprie spese, l’ha recentemente ripristinato e aggiornato pure per i Comuni catastali di Pedemonte e Casotto. Anche il catasto edilizio urbano dei due paesi è stato da tempo trasferito alla provincia autonoma di Trento che, tra l’altro, sostiene economicamente gli studenti dei due ex comuni durante i soggiorni annualmente compiuti fuori dall’Italia, per apprendere nozioni linguistiche. Pedemonte è l’unico comune del Veneto, tra i richiedenti il cambio di regione, che già detiene il formale consenso di accoglienza del Trentino. Da ciò, l’esortazione al rilascio di una dichiarazione di principio davvero “consensuale”, per il buon fine del previsto e necessario disegno di legge costituzionale del Parlamento.

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