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Arsiero

Crolla parte dell'intonaco, chiesa inagibile a Pasqua

Fortunatamente il distacco è avvenuto prima della Via Crucis: martedì e giovedì San Michele era colma di fedeli

Poteva provocare una tragedia il distacco di un lacerto d’intonaco dalla navata della parrocchiale di San Michele arcangelo, avvenuto venerdì, prima che iniziasse il rito della Via Crucis. Però, provvidenzialmente, la chiesa era ancora vuota di fedeli, che sarebbero arrivati alle 15. Il crollo ha interessato la parte centrale della volta, fra l’entrata e l’abside, nella porzione che guarda a sud-est.

Il pezzo d'intonaco ha fatto un volo di 15 metri

Lo stacco, di circa 50 centimetri per 30, ha interessato il vertice di uno spicchio che tocca un rosone, costituito da stucco bianco, con L’intonaco di sabbia e calce. Il pezzo è caduto, schiantandosi sul pavimento almeno 15 metri più in basso, sfregiando l’inginocchiatoio di un banco e, poi, frammentandosi in una miriade di pezzi e polvere. «Ero salito – racconta il parroco don Enrico Destrini – in chiesa, con il diacono Sebastiano, a mezzogiorno. Dovevamo preparare il necessario per la Via Crucis. Tutto era a posto. Poi, alle 14, ci siamo accorti del disastro: polvere, pezzi e frammenti dappertutto e, in alto, i segni del distacco. È stata una fortuna che ciò sia avvenuto a chiesa vuota».

La chiesa è ora inagibile

In verità, solo martedì il sacro tempio era colmo di fedeli, presenti per le esequie di Giancarlo Busin, annegato alla Pria; e la sera prima, giovedì, per l’Ultima Cena. E, in questi giorni, sia per i lavori di pulizia, che per le celebrazioni pasquali, più volte la gente si era ritrovata, sostando anche sotto alla porzione di navata crollata. «Ho deciso subito di chiudere per inagibilità la chiesa – dice don Enrico – dato che ormai i fedeli stavano arrivando, informando, poi, anche tramite il bollettino dell’Unità pastorale, che le celebrazioni erano spostate, per il triduo, nella chiesa di sant’Antonio, a Seghe di Velo. Oggi, per Pasqua, a Velo, nella chiesa dei santi Martino e Giorgio, e per lunedì dell’Angelo nell’antica parrocchiale di Santa Maria dell’Angiadura».

Una decina di anni fa un altro crollo della volta

Già più di una decina d’anni fa la settecentesca parrocchiale, eretta in stile neoclassico su progetto del prelato e architetto don Francesco Antonio Ziggiotti, era stata interessata dal crollo di un’altra parte della volta, con una lunga chiusura, e un uso parziale, per permettere l’esecuzione dei lavori di restauro. Dopo il 2020 il tetto fu “ripassato”, per la sostituzione di una trave marcita e di coppi rotti, mettendo fine, così, alle infiltrazioni d’acqua. 

Forse il terremoto di Pordenone alla base del distacco

Questa volta, ad un primo sguardo dal basso, pare proprio che lo stacco non sia avvenuto per infiltrazioni d’acqua, dato che l’intonaco si è staccato dal soffitto di arelle di bambù, rimaste ancora al loro posto, col caratteristico graticcio. Un distacco “a secco”, quindi, forse favorito dalla scossa tellurica di qualche giorno fa, con epicentro in provincia di Pordenone, ma avvertita anche ad Arsiero. Un’ipotesi, comunque, tutta da verificare, e lo si farà assieme all’ispezione sulla stabilità dell’intera struttura della navata, che verrà fatta sotto il controllo della Soprintendenza ai beni architettonici. 
«Riapriremo il prima possibile - afferma il parroco -. Ma ci sono troppe incognite da chiarire sulle cause del crollo, per tutelare chi frequenta la chiesa. Soprattutto questa volta, per sostenere la spesa dei necessari lavori, ci appelliamo alla generosità dei fedeli: insieme possiamo farcela».

Giovanni M. Filosofo

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