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Cogollo del Cengio

Attacco notturno di lupi, massacrate cinquanta pecore

Il pastore: «Qualcuna ha partorito per lo shock ed è morta dissanguata». Il sindaco: «Io ho paura. Adesso servono provvedimenti immediati»

Chi vuole assistere ad un massacro ovino, salga a località Ceresana. Lassù, ormai, sono già 50 le pecore, gli agnelli e agnellini morti per l’attacco di un branco di lupi. Il fatto è avvenuto giovedì notte, a circa mille metri di quota, in un pascolo, ai limiti di una zona boschiva, su cui da qualche giorno stazionava il gregge di Salvatore Arras. Il pastore l’aveva condotto lì da Campiello. Gli animali avevano raggiunto Ceresana percorrendo circa 3 chilometri di strada, e fermandosi 100 metri sotto la croce, vicino ai casoni e ad alcuni baiti.

L'attacco è avvenuto di notte

Di notte, l’attacco. «Avevo recintato il gregge – racconta ancora trafelato Arras, che abita sopra il primo tornante del Costo - c’erano i cani da pastore, ma non quelli da guardia. Il branco ha assalito anche se io gridavo per spaventarli. Al mattino ho contato sull’erba 30 tra pecore e agnelli. Il gregge si era disperso. Mi sono messo a cercare il bestiame. Ogni tanto ne trovavo uno morto: chi per la paura, chi per essere stato azzannato al collo. Molte pecore per lo shock hanno partorito e sono morte dissanguate. È stato un massacro. Penso di aver perso finora tra i 5 e i 6 mila euro». 

Un conto salato per il pastore

Un conteggio che potrebbe lievitare, visto che non tutti gli armenti sono stati ritrovati e si continua a morire. Le ultime due pecore, anche ieri mattina. «Così non si può più andare avanti – lamenta il pastore - non si può vivere in tale situazione. Le carcasse le lascio lungo la strada, in modo che anche altri vedano il disastro avvenuto». 

Il sindaco Capovilla: «Ormai siamo fuori controllo»

Il sindaco Piergildo Capovilla, più che costernato è arrabbiato. «Sono subito intervenuto quando alcuni cacciatori mi hanno avvertito – dice - ho chiamato i veterinari dell’Ulss, e sono salito a Ceresana per rendermi contro della mattanza. Ormai siamo fuori controllo. A parte le pecore, rischiamo di perdere anche la bellezza delle malghe: chi salirà ancora in alpeggio con le manze e i vitelli, con i lupi che, sempre più numerosi, girano attorno? Ma quali leggi di tutela per questi animali? Qui ci vuole un serio piano di abbattimento. Altro che la difesa degli animalisti». Il sindaco ne ha per tutti: Regione, istituzioni, organi superiori.

«Si dice – afferma – che i lupi non attaccano l’uomo. Però, io ho paura. Come fanno ad andare ancora in montagna con animo sereno cacciatori, fungaioli, escursionisti? Aspettano il morto per agire? I lupi sono un pericolo pubblico. Servono provvedimenti». 

Giovanni Matteo Filosofo

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