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Brendola

Si è spento Giovanni Beato, "anima" del Cai di Montecchio Maggiore

Aveva 68 anni. Grazie a lui è nata la "scuola di escursionismo"
Giovanni Beato
Giovanni Beato
Giovanni Beato
Giovanni Beato

Sabato scorso dopo, una breve malattia, è scomparso Giovanni Beato, già presidente della sezione Cai di Montecchio Maggiore, molto impegnato nelle attività dell'associazione anche a livello regionale e addirittura nazionale. Originario di Tavernelle di Altavilla e residente da tempo a Brendola, avrebbe compiuto 69 anni il 31 gennaio: accanto all'attività professionale, nell'ambito della falegnameria e della realizzazione di mobili, Beato ha sempre coltivato la passione per la montagna e per le escursioni.

Dal 1995 faceva parte del Cai di Montecchio Maggiore e si era gradualmente sempre più inserito nella vita della sezione, portando nuove idee per ampliare la gamma delle iniziative. In particolare aveva avuto l'intuizione di sviluppare il settore dell'escursionismo, così da poter proporre uscite anche a chi non aveva una specifica preparazione alpinistica; aveva anche aperto una "Scuola di escursionismo" per formare futuri accompagnatori. Presidente per due mandati subito prima del Covid, si era dedicato anche all'organizzazione dei campeggi e del trekking, l'ultimo dei quali lo scorso anno. Durante una delle spedizioni in Nepal aveva perso la vita un giovane sherpa e Beato aveva attivato una raccolta di fondi per aiutare la sua famiglia nell'affrontare quella tragedia.

«Anche grazie a lui si è creato un affiatato gruppo che, nello stare assieme e nell'andare in montagna in sicurezza, aveva il suo punto di forza: viene a mancare un pilastro della nostra sezione - ricorda Cesira Frigo, attuale presidente del Cai -. Ci conoscevamo da molto tempo. Anche grazie a lui si è creato un bellissimo gruppo».

L'ex presidente del Cai, Beato, lascia la moglie Rosetta ed i figli Claudia e Nicolò; il funerale è in programma mercoledì 10 gennaio, alle 15, nella chiesa di San Michele a Brendola.

Isabella Bertozzo

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