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Montecchio Maggiore

Gli eroi nelle fiamme: «Hanno salvato venti persone»

Il fumo aveva già invaso la palazzina ma i tre agenti incuranti del pericolo hanno svegliato tutti i residenti. «Fuoco dalle finestre, poteva essere una tragedia»

Sarebbero bastati 5 minuti. Solo 300 secondi e un incendio si sarebbe potuto trasformare in tragedia. Ma oggi 20 persone sono vive e sono tornate nelle loro case grazie alla prontezza di riflessi, alla dedizione al servizio e alla velocità d’intervento del vicecommissario Davide Panciera, dell’agente scelto Gyuli Camposilvan e dell’agente Jonathan Valente.
A distanza di una settimana dal rogo che è scoppiato in un appartamento, ufficialmente disabitato, nel condominio in viale Trieste al civico 89 di Montecchio Maggiore, i tre agenti della polizia locale “Dei Castelli” raccontano cosa è capitato in quelle fasi concitate che davvero hanno determinato la differenza fra la vita e la morte di parecchie donne, uomini e bambini: questi ultimi 5 in tutto con la più piccola di 6 mesi.

Un intervento fondamentale per salvare persone che dormivano

Un intervento, quello della pattuglia, che si è rivelato fondamentale per trarre in salvo persone che, al momento dell’incendio, stavano dormendo. Senza il provvidenziale arrivo della polizia locale gli inquilini della palazzina sarebbero potuti anche morire intossicati o avvolti dalle fiamme.
L’incendio «Erano circa le 23.30 e stavamo eseguendo alcuni controlli sulla strada regionale 11 quando, all’improvviso, abbiamo notato un bagliore dalla tonalità arancione che proveniva dal condominio - spiegano -. Poi abbiamo notato lingue di fuoco che uscivano dalle finestre: nel buio della notte erano davvero impressionanti». I tre agenti non ci pensano nemmeno un secondo prima di intervenire: salgono sul mezzo di pattuglia della polizia locale e si precipitano davanti al palazzo.

I vigili del fuoco stavano arrivando ma il tempo stringeva

All’arrivo trovano una persona fuori che li informa di aver già dato l’allarme ai vigili del fuoco. Ma non c’è tempo da perdere: nei tre piani del condominio abitano famiglie, persone, e nessuno esce. Le serrande sono abbassate, è probabile che siano tutti già a letto e che nessuno si sia accorto dell’incendio nell’alloggio. «Per prima cosa abbiamo acceso le sirene e i lampeggianti - racconta il vicecommissario Panciera - e immediatamente dopo abbiamo capito che saremmo dovuti entrare per portare giù tutti i residenti. La nostra preoccupazione non era tanto il fuoco in sé bensì il fumo che può essere più letale delle fiamme in determinate circostanze». Panciera e l’agente Valente decidono di entrare nel palazzo, nonostante il fumo si stia propagando lungo la tromba delle scale e la porta d’ingresso dell’appartamento in cui è divampato il rogo stia iniziando ad accartocciarsi e ad andare a fuoco.

Gli agenti hanno bussato a tutte le porte per avvisare i condomini

Bussano con forza ad ogni porta, bussano finchè qualcuno non apre e invitano in inglese, in francese (alcuni residenti sono stranieri) e in italiano ad andare giù il più velocemente possibile, all’aperto dove li accoglie l’agente scelto Camposilvan che, nel frattempo, ha staccato i contatori dell’elettricità. È lei che tranquillizza tutti, molto spaventati, e fa salire sul furgone di servizio i bambini, molti dei quali fatti scendere velocemente dai letti dove dormivano profondamente, e sono andati giù scalzi, al freddo. La temperatura era di 8 gradi quella notte.
Gli aiuti nelle abitazioni I due colleghi salgono fino al terzo piano, non si fermano finché tutte le porte sono aperte e gli abitanti sono usciti. «Quando siamo scesi il fumo era intenso - prosegue Valente - la porta dell’appartamento era crollata e le fiamme si affacciavano ormai nel pianerottolo. Per scendere le ultime rampe mi sono dovuto proteggere il viso perché l’aria era diventata irrespirabile».

Recuperati anche i pochi risparmi di un uomo

Nella fuga c’è anche un uomo che lungo le scale perde i pochi risparmi. Sembrano introvabili ma gli agenti li recuperano e possono restituirglieli. L’operazione salvataggio dura pochissimi minuti e quando arrivano le squadre dei vigili del fuoco tutti sono fuori, al sicuro. Ci pensano i pompieri a domare le fiamme e, nel giro di poche ore, molti possono rientrare nelle abitazioni. «Ci siamo resi conto solo in un secondo momento del rischio che abbiamo corso - dicono i tre - ma ci è venuto spontaneo agire in quel modo. Abbiamo istintivamente capito cosa sarebbe potuto accadere e, dato che per il nostro lavoro siamo abituati a fronteggiare ogni tipo di situazione, non abbiamo esitato».

La proposta di un encomio per i tre agenti

Un gesto, quello degli agenti, che ha spinto il comandante, Alessandro Rigolon, a proporli all’amministrazione comunale castellana per un encomio. «Sono molto orgoglioso di loro - afferma - perché sono stati davvero bravi. Senza il loro intervento la situazione sarebbe potuta degenerare e si sarebbe potuta trasformare in una tragedia».

Antonella Fadda

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