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BRENDOLA

Argini crollati per le tane. «Si può sparare alle nutrie»

I cunicoli sotto terra creano pericoli per agricoltori e rischio allagamenti. Il sindaco Beltrame: «Saranno abbattute grazie a Italcaccia»
Argini a rischio per quelli scavati dalle nutrie BERTOZZO
Argini a rischio per quelli scavati dalle nutrie BERTOZZO
Argini a rischio per quelli scavati dalle nutrie BERTOZZO
Argini a rischio per quelli scavati dalle nutrie BERTOZZO

Grandi buche, sponde erose dal continuo passaggio o franate a causa dei cunicoli scavati dalle nutrie e, recentemente, la presenza vicino ad aree abitate. Questi i problemi causati dalle nutrie a Brendola: nasce una task force per risolvere il problema con un contributo della Regione di 1.500 euro, che l’amministrazione municipale ha ottenuto dopo aver partecipato ad un bando sul “contenimento nocivo”. Il progetto messo in piedi dal Comune coinvolge la Coldiretti, polizia provinciale e Italcaccia e il municipio ha già accantonato mille euro dal bilancio per sostenere le spese per lo smaltimento delle carcasse.

Le segnalazioni degli agricoltori

«Tutto nasce dalla segnalazione degli agricoltori di Brendola che quotidianamente devono fronteggiare i problemi causati dalle nutrie che, scavando a ridosso dei numerosi piccoli e grandi corsi d’acqua, rendono fragili le sponde: erodendole con i loro continui passaggi e scavando gallerie di alcuni metri vicino a fossati e scoli, abbassano il terreno e lo rendono instabile e pericoloso - ha spiegato il sindaco Bruno Beltrame -. In più, recentemente, le nutrie sono stata avvistate in zone abitate a ridosso di Madonna dei Prati e possono diventare portatrici di malattie».

Argini fragili: il problema

Il problema della fragilità degli argini rappresenta un serio pericolo e diventa sempre più impegnativa sul fronte della sicurezza per il lavoro degli agricoltori, ma anche per il territorio: «La continua erosione delle sponde - aggiunge Beltrame - porta gli alvei ad allargarsi e dove franano per il lavorio continuo di questi animali che si creano le tane a filo d’acqua, rendono instabile e pericoloso il lavoro degli agricoltori e devastano la rete idrica necessaria per far defluire le acque che scendono dalle colline che circondano il nostro territorio pianeggiante».

Il progetto

Il progetto coinvolge sia le associazioni venatorie sia di categoria: questo progetto prevede che «una decina di volontari di Italcaccia escano sul territorio per abbattere questi animali. I soldi a disposizione sono un contributo per le spese che dovranno sostenere. Gli agricoltori si sono anche resi disponibili per aiutare nello smaltimento delle carcasse».

Sensibile alla tematica anche il consigliere provinciale Mattia Veronese, per questo progetto “pilota”: «Questo coinvolgimento delle amministrazioni comunale e provinciale, delle associazioni venatorie e della polizia provinciale, con accesso e ottenimento di un contributo regionale, può essere mutuato per altre realtà dell’Area berica che presentano le stesse caratteristiche. Stiamo monitorando lo svolgimento del progetto per portarlo in altre zone simili dove si verificano gli stessi disagi creati da questi animali».

I volontari si muoveranno nelle ore serali

«Il contenimento della fauna selvatica dannosa è una tra le attività che maggiormente impegnano la polizia provinciale - sottolinea il comandante Gianluigi Mazzucco - e i volontari hanno l’obbligo di indossare appositi giubbini che li rendano riconoscibili». «Questa sinergia tra agricoltori, associazioni di categoria, istituzioni e polizia provinciale - spiega il presidente di Coldiretti Brendola, Daniele Scalchi - sta portando a risultati tangibili».

Isabella Bertozzo

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