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Longare

Ritrovate dopo 32 anni le tele sacre di Carpioni rubate in chiesa

Le quattro opere seicentesche erano in possesso di un collezionista torinese che non ha saputo spiegarne la provenienza
La riconsegna delle tele rubate a Longare. Con il sindaco ci sono don Massimo Pozzer e don Paolo Facchin (Foto Antonio Gregolin)
La riconsegna delle tele rubate a Longare. Con il sindaco ci sono don Massimo Pozzer e don Paolo Facchin (Foto Antonio Gregolin)
La riconsegna delle tele rubate a Longare. Con il sindaco ci sono don Massimo Pozzer e don Paolo Facchin (Foto Antonio Gregolin)
La riconsegna delle tele rubate a Longare. Con il sindaco ci sono don Massimo Pozzer e don Paolo Facchin (Foto Antonio Gregolin)

Non sono rimasti in tanti nella parrocchia di Santa Maria Maddalena di Longare, a ricordarsi di quei quattro preziosi quadri del 1600, scomparsi nel nulla oltre trent'anni fa. I pochi rimasti, come Marco Carli che oggi ricopre il ruolo di vicesindaco, parlano di «quattro grandi tele di 150 per 120 centimetri, splendore della chiesa e orgoglio della comunità, sparite nel tempo di una notte». Il loro valore non è ancora stato quantificato, ma da quello che è trapelato sarebbe quantificabile in alcune decine di migliaia di euro. 

Le opere sono state restituite ieri dopo decenni di silenzio e indagini, al parroco don Paolo Facchin e al sindaco Matteo Zennaro, dal Nucleo tutela patrimonio culturale dei carabinieri, che le hanno ritrovate nella casa di un collezionista torinese, le hanno sequestrate e riconsegnate ai legittimi proprietari.

Il furto delle tele del 1600 a Longare

Accadde tutto nella notte tra il 19 e 20 dicembre 1991, quando dei ladri camuffati da fedeli, entrarono per la messa serale nella chiesa di Longare. Nessuno sospettò delle loro reali intenzioni. Si nascosero nella chiesa, attendendo che questa fosse chiusa, per poi portare a segno il furto. Nottetempo, indisturbati, staccarono dalle cornici le tele che rappresentavano episodi biblici, attribuite all'artista veneto Giulio Carpioni

Autentiche opere d’arte, indifese, «perché allora non c’erano i sistemi di sicurezza che abbiamo oggi», sottolinea l’attuale parroco don Paolo. Allora nessuno intuì i motivi di quel gesto, così come la dinamica attuata dai ladri. 

Trent’anni di silenzio e le indagini

Ieri mattina, nell’aula magna del Polo teologico torinese, la restituzione alla Chiesa cattolica di complessive 19 opere d’arte recuperate dai carabinieri nell’ambito dell’indagine “Pro Ecclesia”. Tra queste restituzioni, anche le quattro opere mancanti nella parrocchiale di Longare da oltre trent’anni. Una sorpresa anche per il sindaco Matteo Zennaro, arrivato con il parroco a Torino: «Le ho viste per la prima volta anch’io, avendone solo sentito parlare dagli anziani testimoni oculari. Solo un anno fa, mi è giunta la sorprendente quanto inaspettata notizia del ritrovamento a Torino. È una di quelle buone notizie che ti arrivano per telefono senza preavviso. Il nostro grazie e la nostra riconoscenza vanno tutte al Nucleo tutela patrimonio culturale dell’Arma dei carabinieri, che ha raggiunto questo importante risultato a favore del nostro patrimonio artistico locale e nazionale». 

Il rinvenimento dei quattro quadri del Carpioni

Hanno spiegato ieri i militari dell’Arma durante la conferenza di presentazione, sono stati rinvenuti nella casa di un noto collezionista di Torino il quale, una volta che gli è stato chiesto di indicare come fosse venuto in possesso delle opere, non ha saputo fornire giustificazioni plausibili. Il resto è ancora coperto dal segreto delle indagini, che intanto hanno riportano al legittimo proprietario, cioè la parrocchia di Longare, le opere sottratte. 

La riconsegna al Museo diocesano e l'esposizione al pubblico

Ieri le opere sono così passate dalle mani dei carabinieri torinesi, a quelle della delegazione di Longare arrivata nel capoluogo piemontese per ritirarle. Successivamente hanno viaggiato con un furgone fino a Vicenza, dove sono state consegnate al direttore del Museo diocesano del capolugo berico. Qui resteranno in custodia ed esposte al pubblico, prima della destinazione finale. Una giornata storica quindi per Longare e memorabile anche per il Vicentino, che in un sol giorno si è visto restituire quattro opere d’arte ritenute oramai irrimediabilmente perdute. 

 

Antonio Gregolin

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