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Monticello Conte Otto

Il bimbo annegò in piscina. Il nonno verso il processo

Chiuse le indagini sul tragico incidente domestico che provocò la morte del piccolo Jordan Isaac Oduro

La procura ha chiuso le indagini sul tragico incidente domestico che a luglio provocò la morte del piccolo Jordan Isaac Oduro, due anni, annegato nella piscina dell'abitazione di famiglia in via Monte Cengio a Cavazzale di Monticello Conte Otto. 
Il pubblico ministero Gianni Pipeschi, titolare dell’inchiesta, aveva iscritto sul registro degli indagati il nonno del bambino, Fabio Valerio, 59 anni, che ora rischia il processo per l’accusa di omicidio colposo. Il giorno in cui si è consumata la tragedia, il piccolo Jordan Isaac era stato affidato a Valerio, ora assistito dall’avvocato Daniele Grasso, dopo che la mamma e il suo compagno avevano deciso di uscire pranzo. Un'assenza di qualche ora che non avrebbe dovuto comportare alcun problema, anche perché il bimbo era solito stare con il nonno. Solo che in quel sabato di metà luglio le cose non andarono come avrebbero dovuto. 

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Il nonno si era assopito quando è accaduta la tragedia

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Il 59enne infatti si sarebbe assopito e il piccolo, rimasto solo, ne avrebbe approfittato per dirigersi verso la piscina. Una vasca recintata, posizionata in giardino, che però pare avesse la serratura del cancello rotta e fosse legata solo con uno spago. Una chiusura che non ha impedito al bimbo di poter accedere all'acqua dove poi è caduto. Nel corso delle indagini, gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Pipeschi, avevano provveduto a sequestrare l'hard disk contenuto nel sistema di videosorveglianza della villetta della famiglia Valerio. Gli occhi elettronici erano piazzati proprio sull'area della piscina e hanno praticamente ripreso la scena del drammatico incidente.

Il corpo del bimbo ritrovato dai genitori al rientro

A ritrovare corpo di Jordan Isaac, ormai purtroppo esanime, erano stati la mamma e il fidanzato una volta rientrati a casa. Il giovane compagno della 21enne si era immediatamente precipitato in piscina tirando fuori dall'acqua il bambino e cercando disperatamente di rianimarlo. Ad aiutarlo, di lì a poco, era giunta anche una coppia di vicini, residenti nel palazzo di fronte alla villetta di via Monte Cengio. Contemporaneamente un altro vicino di casa aveva avvertito la Centrale operativa del Suem 118 che aveva fatto partire alla volta di Cavazzale l'ambulanza e l'auto medica.

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Qualche giorno dopo la tragedia, sul corpo del bambino era stata effettuata l’autopsia così come aveva disposto la procura. 
L’esame autoptico era stato affidato all’anatomopatologo Vito Cirielli. Un esame che aveva confermato come a causare il decesso fosse stata una sindrome da annegamento. Nei giorni scorsi, a circa tre mesi dal tragico incidente è dunque arrivata la chiusura delle indagini preliminari da parte della procura.

Matteo Bernardni

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