<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Arcugnano

«Ha preso il papà a bastonate». Patteggia un anno e 8 mesi con pena sospesa

Il figlio aveva anche minacciato la mamma e tentato di dare fuoco al padre spruzzandogli dell’alcol addosso
Il tribunale di Vicenza (Foto Archivio)
Il tribunale di Vicenza (Foto Archivio)
Il tribunale di Vicenza (Foto Archivio)
Il tribunale di Vicenza (Foto Archivio)

Ha maltrattato il papà e la mamma - con lui conviventi - «minacciandoli, offendendoli e umiliandoli (con espressioni della serie “maledetti, prima o poi vi brucio la faccia, ve copo, ve strozzo”) sputando addosso a entrambi e usando violenza fisica nei loro confronti»; questo recita il capo di imputazione con cui Giovanni Fabris, 36 anni, di Arcugnano, era finito a processo

L’altro giorno il 36enne, difeso dall’avvocato Enrico De Negri, ha patteggiato un anno e otto mesi di reclusione (pena sospesa). Era la seconda volta che Fabris, tramite il suo legale difensore tentava la via del patteggiamento. Una prima volta l’istanza gli era stata rigettata dal giudice per l’udienza preliminare che aveva ritenuto la pena concordata con la procura troppo bassa. 
L’imputato era quindi finito a processo dove, al termine del dibattimento, l’altro giorno, la pena è stata alzata ai definitivi 20 mesi.

Fabris, in particolare, nel settembre di due anni fa aveva minacciato il padre, 67enne, «di ucciderlo colpendolo poi con un bastone di legno alla testa, nel costato e sulla schiena - come riporta il capo di imputazione formulato dal pubblico ministero Serena Chimichi - mentre l’uomo cercava di parare i colpi con una mano» dicendogli poi “chissà che ti abbia rotto il braccio, prima o dopo te cavo la pelle dalla faccia».

In un’altra circostanza il figlio - che era stato sottoposto alla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare - era stato inoltre accusato di avere «spruzzato dell’alcool addosso (al papà ndr) e cercando con un accendino di appiccare il fuoco».
Non solo perché poi, qualche tempo prima, Giovanni Fabris aveva picchiato il 67enne «spingendolo a terra e colpendolo con calci, pugni e un bastone, fermandosi - aveva scritto il pubblico ministero - solo perché la madre si metteva di mezzo».

Ma l’imputato aveva mostrato il suo atteggiamento violento anche nei confronti della mamma che in due o tre occasioni aveva preso per il collo. Gli episodi contestati al 36enne erano cominciati nel 2020 e proseguiti sino al settembre di due anni fa quando erano scattate le indagini e il gip (a inizio ottobre di due anni fa) aveva disposto nei confronti di Fabris la misura dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alle persone offese ovvero i genitori. Misura che l’imputato aveva poi violato venendo accusato quindi anche del mancato rispetto del provvedimento del giudice per le indagini preliminari.

Dopo il patteggiamento il giudice, leggendo il dispositivo della sentenza, l’altro giorno, ha dichiarato la perdita dell’efficacia della misura cautelare applicata all’imputato a cui il tribunale ha riconosciuto le attenuanti generiche concedendo anche il beneficio della sospensione condizionale della pena in virtù «della ragionevole previsione - scrive il giudice nella motivazione del pronunciamento - di astensione da parte dell’imputato dal commettere ulteriori reati, ritenendo che la presente condanna potrà costituire un valido deterrente». 

Matteo Bernardini

Suggerimenti