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ALTAVILLA VICENTINA

Molesta in ufficio la sua ex compagna. Allontanato dal giudice

Un uomo di 45 anni è accusato di atti persecutori aggravati nei confronti della donna che lo aveva lasciato
Scarpe rosse: il simbolo della lotta alla violenza contro le donne
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Dopo tre anni di relazione sentimentale lei lo aveva lasciato, stanca di un rapporto che si era fatto difficile. «Ha un carattere irascibile, non ne potevo più», avrebbe confessato. E lui, secondo l’accusa, avrebbe iniziato a tormentarla non solo a casa ma anche in ufficio. Lei lavora nell’ambito pubblico in un paese del Vicentino ed ha dovuto chiamare i carabinieri per allontanarlo. 

La procura della repubblica, con il pubblico ministero Pinna, ha chiesto e ottenuto che il giudice Venditti firmasse un’ordinanza di custodia a suo carico, e ieri il diretto interessato, nel corso dell’interrogatorio, si è difeso ed ha spiegato le sue ragioni. M. N., 45 anni, di Altavilla (pubblichiamo le iniziali per non rendere riconoscibile la presunta vittima), difeso dall’avv. Agron Xhanaj, è indagato per atti persecutori nei confronti dell’ex compagna, di 40 anni. 

La ricostruzione della procura

In base a quanto ricostruito dalla procura, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, i due avevano intrecciato una lunga relazione sentimentale. Lei, fra l’altro, ha una figlia adolescente nata da una precedente unione; nei mesi scorsi, esasperata dagli atteggiamenti aggressivi del compagno, ha deciso di lasciarlo, una scelta che non sarebbe stata accettata dall’uomo. 
Quest’ultimo, quindi, avrebbe iniziato a tempestare la ex di messaggini (usando whatsapp, con la modalità che gli scritti si cancellano dopo qualche tempo), scrivendo anche alla figlia di lei, a parenti ed amiche: messaggi pesanti, dai toni anche minatori («ti spacco la faccia, va a finire male»). 

Lo stalking serrato

Quindi si sarebbe presentato sotto casa della donna, suonando insistentemente il campanello, anche di notte, e oscurando la telecamera per non farsi vedere; l’avrebbe cercata più volte con delle scuse, e sarebbe arrivato a presentarsi nell’ufficio dove lei lavora senza un particolare motivo, ma in realtà con lo scopo di stare con lei. La parte offesa, nell’ultima occasione, aveva chiamato il 112, ed erano stati i carabinieri ad allontanarlo.

La donna, spaventata, aveva iniziato a cambiare le sue abitudini di vita, abbassando le persiane per evitare che lui potesse entrare e modificando gli itinerari. Poi, esasperata dalla situazione aveva deciso di andare in caserma per denunciare l’accaduto ai carabinieri, preoccupata per l’incolumità propria, della figlia e degli animali domestici. 

Comportamenti aggressivi

I comportamenti aggressivi sarebbero durati diverse settimane, fino a quando, alla fine di dicembre, il giudice non ha firmato il divieto di avvicinamento con l’obbligo, per M. N., di andare a firmare tutti i giorni in caserma.

L’uomo - che è accusato di atti persecutori aggravati dall’utilizzo anche di strumenti telematici - davanti al giudice si è difeso, cercando di ridimensionare le accuse e di far valere le sue ragioni. Avrebbe spiegato fra l’altro di non avere mai alzato le mani (circostanza confermata dalla parte offesa) e di avere alcune questioni, anche di natura economica, in sospeso con la sua ex che vorrebbe chiarire e definire. Le indagini proseguiranno per fare chiarezza sul comportamento tenuto da M.N. negli ultimi mesi.

Diego Neri

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