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Bassano

Il figlio scopre della dinamite in soffitta: evacuate case e scuola

Paura nella frazione di Valrovina, interviene la polizia. L’esplosivo rinvenuto nell'abitazione di un anziano deceduto
La polizia nel centro di Valrovina (Fotoservizio Ceccon)
La polizia nel centro di Valrovina (Fotoservizio Ceccon)
La polizia nel centro di Valrovina (Fotoservizio Ceccon)

Sarebbe potuta esplodere la frazione di Valrovina. Il potenziale disastro è stato scongiurato dall’alta preparazione degli agenti e degli artificieri della polizia di Stato, che in poco più di due ore sono riusciti a prelevare dall’angusto anfratto di una soffitta 40 candelotti di dinamite e a trasportarli in sicurezza nella cava di Rossano Veneto, dove è stata attuata la deflagrazione controllata. I candelotti, potenzialmente instabili, erano in quell’abitazione da circa 50 anni, regolarmente detenuti da un impresario edile deceduto lo scorso anno. 

Il ritrovamento della dinamite

Nella serata di lunedì Stefano Marcolin, figlio dell’imprenditore Mario, è salito nella soffitta della casa del padre, in via Contrà Chiesa, per prendere alcune cose. In un pertugio del sottotetto ha notato uno scatolone e lo ha aperto: all’interno, una quarantina di candelotti di dinamite. Ieri mattina si è precipitato a fare denuncia in commissariato.

L’allarme lanciato alla polizia di stato

Gli agenti della polizia di Stato, con il vicequestore Elena Peruffo e il sostituto commissario Giuseppe Zarpellon, hanno immediatamente avviato il primo sopralluogo e allertato gli artificieri di Verona. I candelotti risalivano ad almeno 50 anni fa. L’impresario edile, all’epoca, se ne serviva per sbancare i terreni collinari e procedere alla costruzione degli immobili. Il potere esplosivo della dinamite non diminuisce nel tempo, anzi le basse temperature (come quelle degli inverni a Valrovina) possono far fuoriuscire la nitroglicerina, che si cristallizza e diventa altamente instabile.

Le operazioni di disinnesco 

Gli agenti del commissariato, con il prezioso ausilio della polizia locale, hanno bloccato la frazione, chiudendo al traffico tutte le vie di accesso e uscita. Alcune abitazioni sono state evacuate, così come la vicina pizzeria e il bar che sono stati chiusi. I bimbi della scuola primaria sono stati portati fuori: le maestre hanno simulato un’esercitazione, riuscita alla perfezione, e i piccoli si sono emozionati per la presenza della polizia, che hanno creduto fosse arrivata apposta per loro. Nella casa, gli artificieri hanno cosparso di segatura la scatola contenente l’esplosivo. Poi, senza protezioni, che se indossate non avrebbero permesso loro di arrivare fino all’anfratto, con estrema cautela, sono riusciti a portarla all’esterno e a caricarla su un furgone. 

Il trasporto dei candelotti poi fatti esplodere

Alle 15.30 la dinamite è stata trasportata alla cava di Rossano Veneto. Le strade sono state bloccate al passaggio del convoglio, composto anche da diverse volanti della polizia. Questa operazione, eseguita con la collaborazione delle polizie locali di Rosà e Rossano, era fondamentale in quanto il furgone non poteva in alcun modo fermarsi e tanto meno essere toccato da altri mezzi. Tutto è andato bene. Arrivati alla cava, un mezzo comunale ha scavato una buca idonea a contenere l’esplosivo ed è stata attuata con successo l’esplosione controllata. Insomma, un “bomba day” lampo riuscito alla perfezione. 

Francesca Cavedagna

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