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Bassano

«Tribunale, da Vicenza offesa al nostro territorio»

di Carlo Barbieri
Dura replica del sindaco di Bassano, Elena Pavan, alla mozione che impegna il Comune berico a dire "no". «Andrò in consiglio con i sindaci»

L'inserimento all'ordine del giorno del prossimo consiglio comunale di Vicenza di una mozione avente per oggetto "Tribunale della Pedemontana", che impegnerebbe - se approvata - l'Amministrazione vicentina ad esprimere in ogni sede la propria contrarietà all'istituzione del nuovo tribunale, rappresenta un'offesa ad un intero territorio che chiede con determinazione un nuovo presidio di giustizia non per danneggiare Vicenza, ma per rendere più efficiente la giustizia veneta». Queste le parole del sindaco Elena Pavan in merito alla presentazione della mozione bipartisan per dire "no" al Tribunale della pedemontana a Bassano. Sindaco che è pronta a seguire la discussione in Consiglio a Vicenza oggi (martedì 28 novembre).

«Quello del tribunale è un progetto che ha fondamenta solide - ribadisce Pavan - dato che a evidenziarne la necessità, nel 2013, è stata la Commissione Europea per l'Efficienza della Giustizia (Cepej) quando rilevò che il Veneto - seconda regione italiana per numero di imprese effettive e quarta per popolazione, ma ultima per numero di magistrati - ha visto in pochi decenni la propria economia trasformarsi da prevalentemente rurale ad altamente industriale senza tuttavia avere, a differenza di altre situazioni, quell'adeguamento dei presidi di giustizia che potesse tenerne il passo».

L'apertura di un tribunale a Bassano, riprende Pavan, sarebbe foriera di non pochi benefici: un incremento significativo di magistrati in Veneto, la valorizzazione di una Cittadella della Giustizia nata per essere tale, costata 20 milioni di euro e sinora mai utilizzata, lo strategico contenimento degli enormi circondari dei tre Tribunali provinciali di Vicenza, Treviso e Padova, una maggiore offerta di giustizia. «Fin dal 2015 - sottolinea il sindaco - si sono susseguiti atti amministrativi a sostegno del progetto, tra i quali ricordiamo le delibere del Consiglio re della Giunta regionale, delle Province di Vicenza e di Padova; la lettera congiunta dei tre Comuni capoluogo di Vicenza, Treviso e Padova indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri; le adesioni della quasi unanimità dei Comuni interessati dal progetto.

Nella scorsa primavera si sono rinnovate le adesioni di tutte le Province, dei Comuni e degli enti economici interessati, soprattutto dopo che il Governo ha assicurato, per il tramite del ministro della Giustizia Carlo Nordio e del sottosegretario Andrea Ostellari, che dalla realizzazione del nuovo Tribunale nessun presidio giudiziario esistente sarà danneggiato. Siamo sconcertati dalla posizione dei consiglieri comunali di Vicenza, che va contro la volontà di un territorio vasto, comprendente oltre 60 comuni di tre province, favorevole all'istituzione del nuovo tribunale della Pedemontana. Una posizione che si fonda su una preoccupazione, già smentita in diverse circostanze dal ministro, di vedere il tribunale di Vicenza impoverito di magistrati e personale, e che non coglie i vantaggi che ne deriverebbero non solo per i nostri territori, compresa Vicenza, ma per tutto il Veneto. Reputo che sarebbe saggio, da parte dei consiglieri di Vicenza firmatari della mozione, ritirare il punto all'ordine del giorno, ma sono pronta, con altri colleghi sindaci, ad andare a Vicenza per seguire la discussione del Consiglio comunale, per poi proseguire con l'iter che il nostro territorio riterrà più opportuno. Vicenza, in quanto Comune, non ha alcun titolo per contrastare il nuovo Tribunale della Pedemontana, dato che la sua area non verrà toccata dalle future competenze territoriali del nuovo palazzo di giustizia, se non per trarne indirettamente dei grandi benefici grazie ai carichi di lavoro più snelli e a procedure più veloci garantiti da un bacino di abitanti inferiore servito da strutture e risorse pari a quelle odierne».

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